Benvenuti nel mio Blog!
Un diario personale dove cercherò di non farvi trovare solo gradi e prestazioni sterili ma emozioni legate alle salite, paure condivise con amici, strette di mano, abbracci, racconti semplici e quant'altro ci consenta di sognare...

La birra



Ci sono giornate che girano bene altre che girano male. Questo weekend è iniziato male ma è finito in bellezza ed allegria con un’altra esperienza in più nello zaino.
Andiamo per ordine.
La sera di sabato raggiungiamo il posteggio in alta Val Canali alle ultime luci del sole. Prepariamo il giacilio e ci apprestiamo a chiudere gli occhi per qualche ora; ma il mio compagno stasera non sta per niente bene, non ha digerito la pizza consumata qualche ora prima.
La notte la passa girando per i boschi... 
Il mattino di buon ora la sveglia è impietosa: Roby accusa ancora malessere ed è scettico sulla giornata; ci avviamo verso il rif. Treviso sperando in una sua ripresa.
Salendo va meglio ma all’attacco della nostra meta la nausea ritorna.
Va beh, proviamo a salire poi vedremo il da farsi. Davanti a noi una cordata di tedeschi, dietro arrivano altre due cordate.
Il malessere migliora e così decidiamo di continuare.
Arrampichiamo bene. Roby, nonostante il malessere e l’età che avanza (come dice lui…) è la solita macchina da guerra; in montagna ho visto pochi tiri fermarlo! Io ho passato una discreta nottata ma mi sento “sciolto” e ben determinato. Su una roccia così, poi, ci si dimentica anche facilmente quanti metri è distante l’ultima protezione. In circa cinque ore siamo sotto i tetti.
Altri intoppi però ci mettono lo zampino; la cordata dei simpatici tedeschi fa da “tappo” e in breve ci troviamo in parete in sei cordate ognuna delle quali vuole superare quella davanti ! Per evitare casini di corde decidiamo di far passare due cordate che scalpitano e passiamo il tempo facendo amicizia con i due tedeschi e due ragazzi di Vittorio Veneto. Più sopra altre tre cordate lumaca ci costringono ad arrenderci del tutto ed aspettare. Altro che solitudine…
Risultato: sei ore per dodici tiri fino al quinto/quinto superiore, altre tre ore per quattro tiri di quarto grado ! Ad ogni sosta sogniamo una bella birra fresca…
Usciamo con quasi due ore di ritardo sulla tabella di marcia ma, nonostante questo abbia reso la salita nervosa, ci siamo divertiti a ridere e sdrammatizzare il tutto con i due ragazzi veneti. In discesa “allunghiamo” il passo e superiamo chi ci precede per evitare di trascorrere un’allegra nottata in parete.
Chiuderemo la giornata in bellezza davanti ad un piatto di spatzli e a due belle birre fresche offerteci dai due simpatici ragazzi. Gente così se ne trova poca...











Solitudine



E’ sempre più difficile essere soli in montagna.
Il benessere, i soldi, la voglia di “tirarsi fuori” e, non ultimo, l’ingente massa di climber che si cimenta in ambiente alpino. Tutto concorre a far si che il sabato e la domenica l’alpe sia piena.
O meglio… i soliti posti, le solite quattro vie e con il tempo splendido, logicamente.
Se si esce dalle mete classiche o si decide di camminare quella mezz’oretta in più tutto cambia. Inaspettatamente la montagna si svuota, la gente sparisce, sembra di essere tornati indietro di trent’anni !
Il bello è che sulle vie vicine a volte c’è coda e la gente si accalca in sosta in attesa del proprio turno, come su una giostra…
E’ vero, a volte desideriamo salire solo “quella via” e quello stesso giorno lo desiderano in molti; ma è proprio qui che dovrebbe entrare in funzione il cervello umano e decidere di cambiare meta, lasciando la prefissata per un’altra volta.
Non solo per gli esponenziali pericoli che derivano da troppa gente sulla stessa parete ma anche per poter vivere la scalata in pura sintonia con la natura…
Per indole mi sento più selvatico. Quando riesco (logicamente non mi è sempre possibile) arrampico solo con un compagno e scelgo mete poco conosciute, luoghi isolati o poco frequentati che tengono lontane le masse; a volte basta un niente, ci si può sentire soli a poca distanza dalla ressa ! Senza andare chissà dove.


L’esempio è di settimana scorsa.
Presolana, sud.
Masse di scalatori su Bramani, spigolo Longo, Spigolando, Gianmauri.
Le solite stesse vie…
Preferisco ripetere una via già salita altre due volte, ma solo. A ben vedere oggi siamo già in troppi; quattro amici sulla stessa via, ma chi ci segue, pur avendo tre gradi in più di noi, è alle prime esperienze, quindi è meglio stare insieme.
Oggi non mi sento in gran forma fisica; ho parecchio sonno arretrato da recuperare e si sente addosso ma la salita scorre bene.
Destinazione est, Presolana Orientale, via Hard Rock.
La via si concentra in soli due tiri belli, il quarto e il quinto, sulla spaziale roccia presolanica, ma anche gli altri di contorno e l’uscita in vetta non sono male e lasciano un buon sapore alpinistico.
Le prime persone che rivediamo dopo qualche ora di solitudine le incontriamo… sotto lo spigolo sud.









La Svizzera ? Non ha prezzo...




Giugno 2011.
Ci sono posti famosi perché si mangia male, altri perché si spende molto; la Svizzera unisce i due…
Ogni volta che ci vado (e ultimamente non sono poche) penso sempre alla stessa cosa, poi gioca forza da qualche parte bisogna pur fermarsi a mangiare.
Il male minore è stato identificato negli autogrill con ristoranti Marchè dove la qualità non è poi così male e le porzioni (quelle si !) sono abbondanti.
L’unico problema è sempre il “loro” abbinamento del cibo…


Ore 19.00 sosta ristoratrice dopo quasi cinque ore di auto.
La scelta è sempre molto varia, soprattutto con le verdure; nello spazio adibito ai primi piatti fa bella mostra un cartello scritto in tedesco dal quale, grazie anche alla vista, capiamo e ordiniamo due pastasciutte. Il condimento ci è incomprensibile e sconosciuto.
Dopo un poco di attesa ci vengono consegnati due piatti da due etti ciascuno di pasta condita con sugo a base di panna, salmone a pezzi, zucchine e carote tagliate, aglio e molta… moltissima cipolla!!! Non meno di una grossa cipolla rossa a testa! 
Al palato non male il piatto che accompagniamo con qualche verdura e dell’acqua minerale.
Non male anche quello che ci succede dopo…
Dapprima una salassata di quelle che solo qui si è in grado di prendere: 58 euro per due primi, due piattini di verdure e due mezze minerali !!!
Poi, dopo circa un’ora, il mattone che si deposita sullo stomaco e che richiede una buona oretta di camminata per essere parzialmente digerito.
Il nostro stomaco ha visto di peggio e alla buona e meglio “bruciamo” tutto con una buona dormita in macchina.
Quello che ci si presenta alla mattina però… non ha prezzo!!
Quei panorami che solo la Svizzera può regalare: un lago idilliaco immerso in una cornice collinare verdissima dove sullo sfondo svettano alte vette calcaree compattissime.

La nostra meta oggi, complice l’abbondante pioggia dei giorni precedenti, non si lascerà concedere tanto facilmente; dopo un po’ di su e giù e un tiro pericoloso su muschio bagnato, rinunciamo al progetto iniziale e ripieghiamo su una via di tutto rispetto, dove le protezioni si allungano sempre più man mano che saliamo e la scalata si fa sempre più atletica e faticosa.
L’uscita in vetta sotto un sole cocente, completamente disidratati, viene compensata dal bellissimo panorama e da un veloce rientro al rifugio, dove ci sgoliamo un bel litro e mezzo di coca.
Come sempre, la Svizzera… non ha prezzo!!