Benvenuti nel mio Blog!
Un diario personale dove cercherò di non farvi trovare solo gradi e prestazioni sterili ma emozioni legate alle salite, paure condivise con amici, strette di mano, abbracci, racconti semplici e quant'altro ci consenta di sognare...

Il forno a microonde



Ci sono periodi dell’anno in cui è difficile scegliere dove andare e cosa scalare.
Questa strana primavera è uno di quei periodi: un giorno 7 gradi di minima, tre giorni dopo 20 gradi!! Continui forti temporali con neve a 1800m non permettono di andare in alto e in basso si soffre già il caldo…
Tra un temporale e l’altro oggi optiamo per la classica Arco; qui qualcosa si riesce sempre a fare.
Ore otto del mattino, 22 gradi; iniziamo bene…
Optiamo per una “grillata”, una delle tante aperte dal teutonico di cui abbiamo sentito parlare bene.
Al secondo tiro facciamo già largo uso di acqua, poi con un traverso esposto entriamo nel forno…


I tre tiri che seguono sono su roccia da favola, esposti e tutti “da scalare”.


Soprattutto l’uscita su placca verticale del terzo dove, in caso di planata, ci si trova un bel quindici metri sotto… Unico problema… un caldo bestiale, neanche un filo di vento! Il termometro continua a salire.



Sul tiro chiave, inondati dal sole, non possiamo fare a meno di ricordare il caldo patito qualche anno fa nel deserto Giordano e Roby, con “savoir faire” da buon bergamasco, se ne esce ad alta voce con un “smorsa sò òl microonde”!
La salita continua con qualche tiro più facile fino a raggiungere un bel pilastro dove a sinistra si stacca un diedro da favola: trenta metri verticali di roccia fantastica, a lame e gocce, aderente come non mai.



La nostra cordata, dopo anni di scalate insieme, è ormai affiatata e poco dopo siamo sul sentiero di discesa, sudati come mai, a oltre trenta gradi, con il pensiero che rincorre un bel cono di gelato rinfrescante…

Facciamo Fivy Fivy insieme....



L’atteso ponte del I° maggio è arrivato; la meteo è prevista bruttina ma la speranza è sempre l’ultima a morire. Con la famiglia al completo parto per Pietra Ligure dove due coppie di amici con relativa famiglia ci aspettano per trascorrere quattro giorni insieme.
La giornata è splendida: dopo aver preso posto in un bel residence e fatto un breve giretto con la famiglia per Pietra, dopo pranzo partiamo in tre direzione Pianarella.
Sappiamo che soffriremo il caldo, visti i 28 gradi del termometro di Finale. Ma si va lo stesso, come si suol dire “ogni lasciata è persa”.
Vista l’ora tarda e la mancanza delle mezze corde, optiamo per una via corta e facile.
Sei tiri, quindi due tirelli a testa. Inizia Roby, prima con una placca facile e poi un bel diedrino con passo non banale. Il sole comincia a picchiare. Poi parto io sul tiro chiave. E il sole batte sempre di più… Talmente forte che la roccia scotta e i due amici in sosta sembrano ubriachi da colpi di sole… Canti, urla, risate e tanto di prenotazione di pizzeria in diretta dalla parete !!
Mentre io faccio una fatica da bestia per recuperare le due corde intere, dal basso intonano anche una canzoncina con uno strano ritornello: “dai dai vieni a scalare con me, facciamo Fivy Fivy insieme”. Sull’orlo della pazzia !! Quella allegra pazzia che ci consente di smorzare qualsiasi ansia da prestazione e paura interna.
Quella allegria che si può vivere solo con veri amici fidati !
Gli altri tre giorni…da dimenticare ! Peccato, un bel bagno e qualche giro in spiaggia con la famiglia non avrebbero guastato.

Liberista e artificialista

Oggi sono senza idee. E’ un mese che piove e anche le falesie sempre asciutte risultano fradice. Il tempo è bello, direzione valle del Sarca, qualcosa di asciutto ci sarà o, almeno, con il sole si asciugherà…
Fausto, il mio compagno, non si lascia scoraggiare e la proposta lo alletta volentieri.
Ore 8.30, sole pieno ma … le pareti sono tutte nere; ogni tanto si intravede una colata grigia asciutta… “Beh… cerchiamo qualcosa di asciutto”
Sull’Anglone qualche porzione asciutta c’è quindi direzione Anglone.
Dal “magico libro” che raccoglie quasi tutte (ma proprio quasi tutte) le relazioni della valle - foglio per foglio, recuperate in ogni dove – troviamo una via che sale proprio nella zona che sembra più asciutta quindi… si va la!
Due tiri bagnati, di cui un secondo tiro di sesto grado in traverso fradicio, ci portano su placche più facili e asciutte che danno accesso ai punti chiave della salita.


Qui con una serie di tiri stupendi su roccia rossa a gocce superiamo due piccoli tetti e poi un muro aggettante che porta fuori dalle difficoltà. Fausto, falesista puro che si allena tre volte a settimana, di forza ne ha da vendere e con grande determinazione ed effetto scenico (ma anche grandi ansimate) supera in libera anche passaggi dati in A0 !! Grande ! Un solo movimento lo ferma: a ben vedere, con i piedi completamente nel vuoto non poteva fare di meglio.

Io, semi alpinista della domenica che scalo una volta ogni 15 giorni, votato al motto “l’importante è passare”, non ho problemi a tirare un paio di rinvii, mostrando tutta la mia esperienza nel “ciapa e tira”. E vai !!
Uno a triangolo con il vertice all’ingiù, l’altro con il vertice all’insù…Che coppia, ragazzi!
Ma i passi duri sono pochi, la via è corta, e anche se il mio vertice è al contrario del suo… alle 12.30 siamo già ad Arco a mangiare una bella pizzetta.
La nostra prima salita insieme come cordata mista ha funzionato, anche stavolta alla grande.