Benvenuti nel mio Blog!
Un diario personale dove cercherò di non farvi trovare solo gradi e prestazioni sterili ma emozioni legate alle salite, paure condivise con amici, strette di mano, abbracci, racconti semplici e quant'altro ci consenta di sognare...

Il flusso della vita



Seduto nel palchetto guardo intensamente il movimento delle sue mani e ascolto la melodia che mi entra nella testa e mi dona un senso di pace…. di relax…
Note pacate che ti avvolgono in un’atmosfera sognante e, a secondo dello stato d’animo, infondono profonda tristezza o grande determinazione e voglia di vivere…
Voglia di vivere che diviene più forte sulle note della bellissima “Divenire”, dove il divenire è inteso come il flusso della vita, mutamento, movimento, scorrere senza fine della realtà, perenne nascere e morire delle cose.
Qui la musica comunica più di quanto potrebbero fare le parole….

Ad est ad est, la dove nasce il sole...



“Ad est ad est… adesso si va,
ad est ad est… la dove nasce il sole”
sono le parole di una bellissima canzone dei Nomadi.
Ore 7.00, Dolomiti, Passo Sella, 4 gradi…
Uscita corso avanzato di roccia.
Dopo un sabato passato al Ciavazes su una via classica sotto il tiro continuo delle pietre delle cordate che ci precedono, oggi punto la mia cordata ad est… o meglio a nord est; direzione Sassolungo.
“Farà freddo ma almeno qui saremo soli a scalare” mi dico.
Convinco i miei insoliti compagni di cordata che qui sarà bello.
“Prenderemo un po’ di sole ?” mi chiedono. “Forse un’oretta o due…” rispondo.
Alle 8.30 la parete è già inondata dal sole. Quindi via, inizio le danze lungo un bellissimo tiro in placca di roccia fantastica, grigia, compatta e rugosa come poche… Cinquanta metri di grigio che a freddo mi svegliano ben bene.
Avevo già scalato al Sassolungo, sul Pilastro Paolina, e quello che mi era rimasto impresso di questa parete era proprio la bellezza della roccia, oltre all’isolamento garantito che riserva.
Che strana la gente, a poca distanza da qui si accalca sulle solite ormai patinate vie del Ciavazes, qui… nessuno !
Bello avere idee diverse dalla massa…
La salita continua lungo splendidi muri e placche lavorate dove non bisogna far altro che scalare cercando la linea più evidente e logica. Il grado non conta, sul terzo come sul quinto è tutto cemento; a parte il solito detrito dovuto alla scarsa frequentazione, qui è difficile trovare qualcosa che si muove !



Dopo tre orette e sette splendidi tiri sbuco con la mia allieva sulla grande cengia Lorenz dove ci concediamo venti minuti di riposo seduti al sole nell’attesa dei compagni che seguono. Che posto… che pace. Sara, l’allieva, è raggiante. Elena e Silvia, che seguono con Simone, non sono da meno. Per loro, una delle prime esperienze alpinistiche.



L’ombra ci coglierà solo in discesa ma il freddo, che avevamo tanto temuto la mattina, non arriverà.
Gli ultimi raggi di sole ci illuminano mentre allegri ci stringiamo la mano sorseggiando una bella birra sui tavoli del rifugio Sella.

Ciao Walter



In una mattina qualunque, leggo una notizia ANSA e rimango di pietra…
“Walter se n’è andato, ci ha lasciato”.
Non ci credo, mi vengono le lacrime agli occhi…
Proprio tu che, da quando ero ragazzino, mi facevi sognare con le tue avventure, con le tue scalate, con il tuo modo di fare montagna, la tua determinazione…
Sei stato il mio punto di riferimento, come lo sei stato per altri migliaia di alpinisti in tutto il mondo.
Sabato a Villa Gomes ti ho incontrato… avrei preferito averlo fatto in un’altra occasione… per poter cogliere da te parte di quella grande energia che trasudavi… di quella felicità di vivere che ti accompagnava…
Grazie per avermi fatto sognare…
Pensando a te cercherò di non smettere di farlo!
Ciao Walter

Pensieri



Oggi, mentre risalgo al buio il sentiero per il passo di Mezzeno, penso: “ma chi me lo fa fare…”.
Sono stanco, stanotte ho dormito forse due ore… ieri non più di tre… pensieri…, pensieri che corrono incessanti nella testa e mi logorano….
Fa male stare a casa a pensare… meglio reagire!
Quindi via…


Arrivo al rifugio che è appena chiaro; gli istruttori e gli allievi stanno ancora facendo colazione. Bevo un caffè per svegliarmi ma… ci vorrebbe una dose endovenosa!
Si parte; dopo un lungo pezzo in piano risaliamo i ripidi prati sotto la nostra meta, la parete sud del Becco che oggi ci vedrà impegnati con l’uscita del nostro corso di roccia avanzato.
La sola vista della roccia mi appaga e mi distoglie da qualsiasi pensiero. Saliamo veloci lungo placche lavorate e diedri di ottimo verrucano; i tiri si susseguono belli uno dopo l’altro: non pensavo fosse così bello qui!






Tiro dopo tiro raggiungiamo la parete finale, dove ci aspetta una variante di due bellissimi tiri lungo diedri verticali perfetti. Dopo circa tre ore siamo in vetta. I miei compagni sono entusiasti, io mi sforzo di esserlo ma oggi sono troppo pensieroso, quasi distratto.
Solo al rifugio, grazie ad una bella birra, posso godere appieno della giornata trascorsa e eliminare la stanchezza mentale che mi attanaglia. Ci voleva proprio. Grazie montagna.