Benvenuti nel mio Blog!
Un diario personale dove cercherò di non farvi trovare solo gradi e prestazioni sterili ma emozioni legate alle salite, paure condivise con amici, strette di mano, abbracci, racconti semplici e quant'altro ci consenta di sognare...

La pastorella


Alle 5.30 siamo già in cammino lungo una sterrata che dopo poco termina ad un alpeggio.
Inaspettatamente, visto l’orario, veniamo accolti da una “pastorella” sbadigliante che ci apre le porte della sua malga… non per accoglierci ma per esigere il pagamento dell’esoso pedaggio stradale.
Paolo, con il suo solito fare allegro e scanzonato, inizia qui una lunga serie di commenti esilaranti sulla “bela pastura” che vanno dall’intenso profumo stalla che emana la sua pelle fino ad attraversare le sue vesti per fermarsi sullo straripante seno inevitabilmente attratto dalla gravità terrestre!
Mentre pago il nostro insolito esattore, faccio fatica a trattenermi dal ridere…
“Paolo, occhio che questa ci mena tutti e due”.
Le dimensioni della pastorella non mi danno molto torto.
E’ vero che lei non capisce una parola in italiano ma il bergamasco si avvicina molto al tedesco!
Che sagoma il Paolì…
Non potevamo iniziare meglio la giornata.
Dopo pochi attimi non si pensa più alla “pastorella” e lo sguardo e la testa sono già dentro la parete e la via da salire.

La via… che bella via!
Linea logica, verticale ed esposta, roccia ottima che più si sale più diventa stupenda, con alcuni tratti davvero strabilianti. Chiodatura lunghetta quanto basta per tenere sempre ben alzate le antenne. D'altronde la firma è quella di “Chappi” Ochsner, tra i primi a chiodare al Wenden.










Roccia migliore l’ho trovata solo al Sanetsch, a Paklenika e… in Presolana!
Due cordate dietro di noi, ma noi ingraniamo la sesta e non le vedremo più.
Che duetto scoppiettante oggi stì quarantenni.
Vetta, discesa dolomitica, rifugio; poi via verso l’auto.
Quando arriviamo alla malga, la pastorella (come sostiene Paolì) “è ancora li ad aspettare noi…”
Certo, per aprirci la staccionata e… fare uscire gli animali dalla gabbia !


L'apparenza inganna



Luglio 2011
A volte si parte per andare a fare una salita con l’idea certa che sarà una salita semplice e neanche molto bella…
Una salita da fare in scioltezza come “scarico” arrampicatorio in una giornata qualunque.
Spesso, però, dopo aver salito qualche tiro ci si ricrede e anche quella che sulla carta sembrava una salitella da evitare risulta invece essere una bella salita, magari anche su roccia ottima e ambiente da urlo !
Con difficoltà, peraltro, non banali.
Negli anni mi è capitato spesse volte di banalizzare una salita.
Memore di questo, oggi, mentre salgo spedito in auto i tornanti del Furkapass, metto sull’attenti i miei  compagni di scalata che, vedendo i gradi riportati sulla relazione, mi chiedono se devono per forza portare le scarpe d’arrampicata…
Riesco a convincerli che sarà una bella giornata; ultimamente ho fiuto su queste cose.

Arrivare all’attacco non è proprio una passeggiatina e dopo aver perso un buon quarto d’ora a cercare la linea di salita, riusciamo finalmente a trovarne l’attacco.
Siamo invasi da nuvole basse che non permettono una bella visione dell’intero pilastro e mantengono la temperatura della roccia bella fresca.
Si parte.
I primi due tiri scorrono bene, anche se i gradi sembrano un po’ strettini su alcuni passaggi.

Sul terzo tiro per arrivare in sosta sono costretto ad indossare “muta e pinne”; per fortuna si tratta solo di pochi metri.

Finalmente il cielo si apre e ci consente di vedere il pilastro che ora si impenna, riservandoci altre quattro splendide lunghezze, una più bella dell’altra, su roccia da favola e difficoltà continue! 

Prima un bella placconata aderenzosa per nulla banale, poi una fessura verticale sottogradata dove le braccia chiedono aiuto; infine un diedro tecnicissimo ed una uscita su fessure e lame verticali ed esposte.


Bellissima sta via! Quella che sulla carta sembrava una salita da niente si è rivelata invece una bellissima salita; unico neo, se proprio vogliamo trovarne uno, è la lunghezza: qualche tiretto in più non ci avrebbe fatto schifo.

Ma va bene così…
Ci siamo divertiti un sacco e questo è quello che conta!