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Un diario personale dove cercherò di non farvi trovare solo gradi e prestazioni sterili ma emozioni legate alle salite, paure condivise con amici, strette di mano, abbracci, racconti semplici e quant'altro ci consenta di sognare...

Le ragazze crescono

Tracciato della via


Alpi Orobie – Versante Valtellinese

Pizzo Gro, 2653m

Parete nord nord est

Via “le ragazze crescono”

Difficoltà: VI+  - R3 - IV (VI obbl.)
Sviluppo: 450m circa fino alla fine delle difficoltà (550 fino in vetta)
Primi salitori: Michele Cisana e Roberto Canini, terminata l’8 luglio 2018

Salita alpinistica dal sapore classico che percorre una linea logica di diedri e fessure di ottima granodiorite, in ambiente selvaggio ed isolato. Arrampicata generalmente tecnica con alcuni tratti atletici e faticosi per la presenza di fessure fuori misura. La via è stata aperta solo con l’utilizzo di protezioni veloci e successivamente riattrezzata alle soste con spit fix ad anello e pochi spit e chiodi nei tratti più difficili da proteggere: tutti i tiri necessitano pertanto di buone capacità di protezione con materiale da incastro anche di grandi dimensioni.
A chi saprà apprezzare l’isolamento del luogo, il lungo avvicinamento e l’arrampicata classica da proteggere, la salita regalerà forti emozioni alpinistiche!
La via è stata dedicata alle nostre “bimbe”: Emma e Bianca, Martina e Alessia.

Materiale necessario: n.2 corde da 60m, 10 rinvii, serie di friends completa dallo #0.1 al #5 Camalot (raddoppiare le misure #3, #4); utili ramponi in funzione delle condizioni del nevaio presente alla base.
Martello e chiodi non indispensabili.
Roccia: da buona ad ottima


Accesso: da Sondrio raggiungere il paese di Piateda seguendo poi le indicazioni per Piateda Alta; poco prima di giungere in paese, in corrispondenza di un tornante a sinistra, si stacca a destra la strada per la Val Caronno (indicazioni Rif. Mambretti/Agneda). Continuare sulla strada asfaltata per circa 6 km fino a raggiungere la centrale idroelettrica di Vedello. Prendere la strada asfaltata a sinistra della centrale e, seguendo le indicazioni per Agneda, per ripida cementata raggiungere il paese posteggiando circa 1 km dopo all’altezza di una zona predisposta a pic-nic (cartello di divieto di transito); con un auto di medie dimensioni e preferibilmente 4x4, acquistando il pass giornaliero presso la Polizia Municipale di Piateda o nei bar in paese, è possibile salire fino all’invaso artificiale del Lago di Scais  dove si posteggia sotto la diga, risparmiando circa 40 minuti di cammino.

Avvicinamento: dall’area pic-nic (1230m circa) percorrere la strada sterrata che, con ripidi tornanti, conduce alla base della diga (posteggio, circa 3 km). Continuare lungo la ripida cementata a destra fino all’altezza dell’invaso (1450m circa). Proseguire lungo la strada sterrata sulla sinistra idrografica della valle che, in leggera salita, entra a destra nella evidente Val Vedello. Superare i ruderi della vecchia teleferica per le miniere e, continuando sulla strada con qualche tornante, raggiungere l’evidente ponte in cemento alla base del torrente che scende a sx dalle miniere (1750m circa). Abbandonare la valle principale e, seguendo la traccia della vecchia strada, salire fino al pianoro soprastante (resti del cantiere logistico delle miniere, 1940m circa) dove si ha un’ottima vista sulla parete nord-nord est del Pizzo Gro. Continuare lungo i resti della strada fino all’ultimo tornante verso sx, sotto un evidente sperone roccioso, dove si abbandona la strada per inoltrarsi nell’evidente vallone sassoso a dx. Salire ripidamente su massi senza via obbligata puntando ad un grosso masso in obliquo a dx; da qui salire nel vallone (nevaio presente fino ad inizio stagione; ramponi consigliati) fino a raggiungere la parete (2200m circa). L’attacco è posto alla base di un diedro nero evidente, quasi in centro parete, circa 30m a dx dell’evidente nicchia nera presente a sx della parete (chiodo con cordino a 10m da terra; ore 2.15 – 2,30 circa dalla diga di Scais; ore 3 – 3,15 dall’area pic-nic).




Salita:
1)     Salire lungo il diedro nero  (chiodo) con bella arrampicata fino ad uscire, poco prima del termine del diedro stesso, a dx su placche più appoggiate; raggiungere un tettino nero a dx e continuare lungo un diedro/canale più facile; risalirlo fin sotto un muro nero verticale, traversando poi  5m a dx alla sosta, posta sul bordo sx di un grande diedro/rampa (S1 su spit fix ad anello, 50 - 55m a seconda dell’altezza del nevaio, V - IV, 1 chiodo con cordino).

La partenza del 2° tiro

2)      Un metro a dx della sosta salire lungo una evidente fessura verso sx (non salire nel grande diedro di dx) fino a raggiungere una zona più facile; continuare dapprima diritto lungo placche e gradoni e poi un poco verso sx alla sosta, posta circa 5m sotto un evidente tettino giallastro a sx (S2 su spit fix ad anello, 35m, III).

 2° tiro

3)     Salire fin sotto il tettino, superare la bella placca soprastante (chiodo) poi più facilmente fino alla sosta posta su un evidente muro nero a dx (S3 su spit fix ad anello, 30-35m, IV, 1 chiodo con cordino).

4)    Superare il muro nero sopra la sosta in obliquo a dx fino ad entrare nell’evidente diedro; salirlo per circa 15m fino ad uscire facilmente in una zona appoggiata alla base di un altro diedro; salire sul suo fondo fino ad un tettino nero, obliquando poi a sx lungo una evidente e bella linea di fessurine fino ad uscire su un grande terrazzo sassoso alla base del grande diedro (S4 su spit fix, 50-55m, V - IV - V).

5)  Salire lungo il fondo del diedro con arrampicata impegnativa fino a raggiungere un gradino rovescio (alcuni blocchi incastrati dall’aspetto poco rassicurante ma buoni); superare il gradino e, continuando lungo il fondo del diedro con arrampicata tecnica, raggiungere una zona più facile che conduce alla sosta, su un evidente sperone a sx (S5 su spit fix ad anello, 50m, VI+ - VI – IV, 2 chiodi, 3 spit fix).

Il diedro del 5° tiro

6)  Salire facilmente su placche appoggiate e sfasciumi fino alla base dell’evidente canale/fessura superiore; sosta sullo sperone roccioso di dx (S6 su spit fix ad anello, 50m, I)

6° tiro

7)    Continuare lungo il canale/fessura inizialmente rotto superando prima un muretto e poi un muro fessurato più verticale fino alla sosta, posta sotto un muro verticale/strapiombante nero fessurato (S7 su spit fix ad anello, 35m, III/IV).

8)    Salire il muro inizialmente lungo una spaccatura verticale a sx della fessura; spostarsi poi a dx in fessura e continuare lungo di essa (faticoso, difficoltà a proteggersi) uscendo poi lungo una rampa/diedro più appoggiata che conduce alla sosta, posta sulla cima del torrione (S8 su spit fix ad anello, 35m, VI – V, 2 spit).

9)    Scendere dal torrione sul versante opposto per circa 5m e raggiungere l’evidente fessurona nera verticale/strapiombante; salirla per intero con passi faticosi fino ad una zona più appoggiata; continuare lungo un bel diedro/camino fino alla sosta (S9 su spit fix ad anello, 40m circa, VI+ - V; tiro faticoso ma entusiasmante!)

La fessura del 9° tiro

10) Continuare lungo l’estetica rampa/diedro sospesa, superando un primo facile risalto ed uno successivo più impegnativo (chiodo) fino alla sosta sulla cima del torrione (S10 su spit fix ad anello, 35m, IV – VI, 1 chiodo).

 10° tiro

11)   Spostarsi a sx al limite del torrione e salire l’evidente diedro/camino verticale (roccia buona ma a scaglie) fino ad uscire in una zona appoggiata alla fine delle difficoltà, sostando su un muro a sx (S11 su spit fix ad anello, 30m, IV).

Discesa: in corda doppia lungo la via di salita.

Per una giornata alpinistica completa, dalla sosta 11 è possibile anche raggiungere la vetta del Pizzo Gro (circa 70-80m di dislivello, qualche passaggio semplice di arrampicata) e ridiscendere lungo la sua via normale che percorre inizialmente la cresta ovest versante Brunone, raggiunge la Bocchetta dei Geroi e ridiscende in Val Vedello lungo un ripido canale/ghiaione fino alle miniere (ore 4 circa dalla S11 all’auto). 

Pizzo Gro - Tracciati delle vie presenti

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