Sbagliando si impara…
Nel nostro caso, sbagliando ad attaccare un via, si impara a non avere fretta, ad osservare meglio la linea di salita dal basso, a non dare per scontato quello che le precise guide di arrampicata ci propinano.
Così, dopo aver evitato di seguire altri due climber che avevano nettamente toppato l’attacco, saliamo quella che, nella penombra mattutina, sembrerebbe essere l’unica via di accesso alla cengia iniziale.
Un chiodo ed una sosta ci danno anche ragione della nostra scelta… che si rivelerà sbagliata all’inizio del terzo tiro. Placche compatte dove dovrebbero esserci diedri fessurati… Mumble mumble…
Attraversando qua e la, riesco a trovare una sosta a spit, che mi fa definitivamente capire che siamo sulla via sbagliata. Inutili i tentativi di superare quei soli 50-60m di traverso che ci separano dalla via giusta… placche difficili ed improteggibili ci sbarrano la strada.
Impossibile anche proseguire diritti sulla via a spit… da un primo esame capiamo che i gradi sono molto “alcolici” e le protezioni stile Wendeniane…
“Acciderbolina” (per non dire altro…), dobbiamo tornare indietro! Siamo stati fregati!
Noi che (quasi) davamo per scontato la salita già in saccoccia…
Tre doppie ci riportano alla base con le pive nel sacco.
Siamo demotivati. Due ore buttate… salita saltata!
Ci fermiamo un bel po’ a studiare l’attacco corretto, per un futuro ritorno, ma facciamo veramente fatica a capire dove sia. Poi ci sembra di averlo capito... forse.
Dai… dobbiamo darci da fare! Non possiamo buttare via una giornata meteorologicamente perfetta come questa!
Allora tolgo il jolly dal cappello e… sbagliando si scala!
Il sole ci cuoce per bene mentre in doppia rimiriamo il nostro obiettivo iniziale, riportandoci all’auto con qualche kilo di sudore in meno e la consapevolezza che… sbagliando si impara! Sempre e comunque.
Nessun commento:
Posta un commento