Benvenuti nel mio Blog!
Un diario personale dove cercherò di non farvi trovare solo gradi e prestazioni sterili ma emozioni legate alle salite, paure condivise con amici, strette di mano, abbracci, racconti semplici e quant'altro ci consenta di sognare...

Luci soffuse



Il freddo intenso di questi giorni e la limpidezza dei cieli al tramonto mi fanno venire voglia di fuggire sui monti di sera.
L’idea iniziale è quella di salire in Grignetta da solo; poi però decido di chiamare l’amico Ettore e organizziamo per giovedì sera.
Alle 20.30 siamo ai Piani Resinelli, la temperatura si aggira sugli 11 gradi sotto zero e la luna purtroppo è velata. Decidiamo di salire per il Caimi.
A gennaio da solo avevo salito la Senigallia integrale in una notte di luna piena e avevo vissuto un’esperienza indimenticabile.
La neve stasera è cemento; talmente dura che ad ogni passo lo scricchiolio del metallo invade il silenzio notturno. Il freddo tenta di impadronirsi dei nostri corpi ma lo allontaniamo con passo veloce e chiacchierando un po’; in breve tempo siamo sulla Cermenati e da qui in vetta.
Siamo completamente soli.
Con queste condizioni di neve bisognava trovarsi su una grande nord…
La luna sempre velata ci consente di ammirare parzialmente lo splendido paesaggio che ci circonda; dal lago alla Brianza è tutto un luccichio di colori; dietro, il Cavallo e il Carbonari, posti a sentinella del Grignone, si intravedono nella fioca luce.
E’ un peccato dover tornare ma la famiglia chiama; questo tipo di emozioni andrebbe vissuto fino in fondo, con una lunga cavalcata fino alla cima del Grignone per finire con una buona colazione a Lecco !
Sarà per la prossima…

La prima neve


Nove weekend che piove…
Non se ne può veramente più! Negli ultimi giorni si è aggiunta anche la neve… Almeno con questa  possiamo cominciare ad usare gli sci.
Non trovo nessuno libero e mi organizzo da solo; una toccata e fuga mattutina, come piace a me, è l’ideale per rimettere in sesto le gambe..
Alle 7.15 sono già con gli sci ai piedi e stò risalendo la strada che da Barzio porta ai Piani di Bobbio; scelta motivata dalla troppa neve presente, non è il caso di uscire sui pendii ripidi…
Oggi si parte dal piazzale con gli sci.
Cerco di tenere dietro due “garisti” ma invano, dopo circa dieci minuti, li devo mollare pena l’esplosione del mio muscolo cardiaco che, da quando sono partito, batte oltre la soglia massima oggi consentitagli… Come sempre il buon proposito di non correre non viene rispettato… Proseguo a tratti sulla pista ripida a tratti nel bosco che sembra incantato; gli alberi sono stracarichi, la molta neve presente ovatta qualsiasi rumore e la poca presenza di gente rende il panorama ancor più bello.
Il primo sole illumina di rosso il Grignone proprio mentre raggiungo l’arrivo della funivia. Di li a poco sono al Rif. Lecco a bere un buon caffè e a tirare il fiato; oggi è stato duro arrivare quasi fin qui!


Ora mi posso godere mille metri di discesa su neve spettacolare, fresca e leggera; peccato solo che, verso la fine, le gambe siano dei bacchetti di legno.
Andrà meglio la prossima volta.

Il bosco


Come è bello il bosco dopo una pioggia…
Nel cielo azzurro il sole scalda l’aria, gli uccelli riprendono a cantare e, mentre i raggi entrano tra gli alberi, una lieve nebbiolina invade tutto.
Quanto è buono il profumo del bosco dopo una pioggia…
Lo annuso, lo assaporo… entra dentro forte.
Odore di muschio, foglie, terra.

Cammino con la mia bimba sulle spalle e insieme giochiamo a scoprire gli animali che si nascondono, a raccogliere i fiori che sbocciano, a guardare le foglie spostate dal vento; giochiamo mentre cerco di insegnarle a godere della natura, di tutto questo immenso bene a nostra disposizione…





Una finestra di sole


E’ arrivato l’autunno e piove.
Il problema è che ormai piove da circa 2 mesi…
Per sabato il meteo prevede una finestra di bel tempo di 8-10 ore ma… dove andare dopo tutta questa pioggia ? Le pareti di “casa” sono tutte rigate di nero; solo qualche strapiombo risalta ancora di giallo. Non ci sono dubbi, la valle del Sarca è forse l’unico posto dove possiamo trovare qualcosa di asciutto.
Organizzo con Paolo, un amico con il quale in passato ho condiviso molte emozioni verticali; entrambi è da un po’ di tempo che siamo fermi, Paolo inoltre ha una predilezione per gli spit.
Io preferirei una via alpinistica a chiodi ma, alla fine, lascio decidere a lui.
La scelta cade su una via semisconosciuta alle Placche Zebrate di destra: “Aspettando Daniele”.


Qualche anno fa, in quella zona di parete, avevo salito insieme ad Ivano la via Odissea trovandola alpinisticamente bella ed impegnativa.
La via di oggi, invece, dal basso sembra un mix di arrampicata sportiva e alpinistica.
L’importante, come dice il nostro motto per qualsiasi via, è “diertis e fas mia mal”.







Alle 14.00, dopo cinque ore di arrampicata, siamo alla sosta del 13° tiro; ci manca un tiro facile ma decidiamo che, per oggi, di erba ne abbiamo tirata abbastanza e iniziamo le doppie.
La relazione sulla guida del Sarca è coerente e per una volta siamo d’accordo con quanto riportato: “una salita dalle caratteristiche esplorative dove l’arrampicata è spesso disturbata dalla vegetazione. La via alterna tratti con rocce rotte ed erbose a placche molto compatte solcate da stupende rigole. Le ultime lunghezze si sviluppano in un ambiente veramente unico. Molto bella la fessura strapiombante nella parte alta della via. Nel complesso è una salita divertente e varia, dove si trova un po’ di tutto, dalla libera obbligatoria alle placche friabili, dai passaggi in A0 alle rampe erbose. Roccia nel complesso buona e chiodatura ottima a spit”
Alla fine la salita non ci è neanche dispiaciuta, soprattutto in una giornata autunnale discreta, anche se le vie belle sono altre.