Benvenuti nel mio Blog!
Un diario personale dove cercherò di non farvi trovare solo gradi e prestazioni sterili ma emozioni legate alle salite, paure condivise con amici, strette di mano, abbracci, racconti semplici e quant'altro ci consenta di sognare...

Mountain Equipment Opinion Leader




Dopo anni di utilizzo apprezzato di prodotti ME, con grande soddisfazione
sono entrato a far parte della “community” di questa storica casa inglese,
da oltre 50 anni ai vertici nell’abbigliamento tecnico di montagna.
Che dire... grazie!



Cavallo di ferro



Guardo il contachilometri e, di colpo, piombo nella depressione totale…
Mancano ancora 4 km di salita per scollinare e la velocità, questa infida, è sempre lì,
non cresce… anzi, a tratti diminuisce!
12,2 – 11,5 km/h….
Tristezza… fatica… non sono al limite ma oggi non riesco a spingere di più.
Devo tenere duro, so che lo posso fare, che lo devo fare, anche se la prima uscita si sente sempre nelle gambe!
Qualcuno sostiene che si inizia ad andare in bici quando non si va più in montagna; forse per chi va in bici in pianura, andare in salita è più impegnativo che andare a piedi!
Le mie uscite non sono molte in un anno e sono dettate più dalla pazzia e dal sogno di vedere qualcosa di diverso che dal volermi allenare o cambiare sport.
Sono ancora vivi i ricordi dei giri organizzati alla mattina che mi hanno portato a valicare bellissimi passi lombardi percorrendo oltre 100km e oltre 1500m di dislivello senza allenamento specifico… pazzia appunto.
E sono vivi nella mente anche i ricordi dei postumi… ma a me piace così!
E’ da molto tempo che non salgo sul mio cavallo di ferro ed è sempre dura riprendere; oggi, complice la bella giornata, la temperatura gradevole e le poche ore di tempo disponibili, ne approfitto.
Sull’ultima salita a tratti me ne pento; “chi me l’ha fatto fare” penso… “facevo bene ad andare in pianura”.
Poi, dopo qualche minuto, sono contento di essere ancora qua, per l’ennesima volta. Il sole comincia ad illuminare tutto e i colori forti del mattino, uniti ad una leggera e fresca brezza, rendono il cielo ancora più limpido.
I km passano e in breve mi ritrovo a scollinare meglio di quanto potessi sperare. Ora mi aspettano 10km di discesa veloce: mentre mi gusto una barretta osservo la fatica sui volti di chi sale, poi una volta giù altri 20km quasi piani e sono a casa, in tempo per la colazione.
E per organizzare un nuovo giro!

Buche nella sabbia



“Papà, papà… voglio trovare l’acqua: mi aiuti a fare una buca nella sabbia ?”
Così, armato di paletta e secchiello, inizio uno dei miei giochi preferiti di quando ero bambino…
fare le buche sulla spiaggia per cercare l’acqua!
Scava, scava ma l’acqua non si trova, siamo troppo lontani dalla riva.
Allora la mia bimba ha un idea geniale: corre in mare con il secchiello, lo riempie (non prima di essersi ribaltata in acqua…) e risale veloce, vuotando il contenuto nella buca. L’effetto di allegria della “buca piena d’acqua” svanisce però assai presto… lasciandola a bocca aperta come lasciava me alla sua età!
Ma non demorde… e così inizia un lungo andirivieni tra il mare e la buca. Che bei ricordi!
Con Emma e amici passo uno splendido pomeriggio sulla spiaggia di Borgio Verezzi a prendere il primo sole dell’anno. Finalmente! Ci voleva.
Dopo una mattinata arrampicatoria passata sulle rocce finalesi ora possiamo riposare le membra sdraiati sulla sabbia e goderci la semplicità dei nostri bimbi che giocano….