Benvenuti nel mio Blog!
Un diario personale dove cercherò di non farvi trovare solo gradi e prestazioni sterili ma emozioni legate alle salite, paure condivise con amici, strette di mano, abbracci, racconti semplici e quant'altro ci consenta di sognare...

Il mio G.T.E. (Grande Traversata Elbana) in MTB



Finalmente ferie!
Sono al mare con la famiglia ma stamattina mi sono svegliato presto desideroso di cavalcare il mio mezzo meccanico attraverso i sentieri dell’isola. L’idea è quella di provare una parte del tracciato della Grande Traversata Elbana, sentiero che attraversa l’isola per intero, da Cavo a Pomonte.
Sembra che una parte dello stesso sia ciclabile…
Ore 5: sto risalendo lentamente una ripida e lunga strada completamente al buio.
La temperatura è fresca e il sole non si è ancora alzato.
Affronto un tornante e la mia frontale illumina la strada buia; di colpo sobbalzo sulla MTB: forti latrati invadono la quiete notturna e due figure scure attraversano la strada un paio di metri davanti a me, scomparendo nel folto bosco. Cinghiali!
Non mi era mai capitato di avere un incontro così ravvicinato!
Sono impaurito e non mi fermo, anzi forzo la pedalata con il cuore che batte fuori soglia fino a raggiungere un colle in una zona più aperta. Ora devo affrontare una lunga discesa che mi porterà all’inizio del sentiero che voglio affrontare. Arrivo che è ancora buio e appena entro nella boscaglia mi ritorna la paura…
E se mi trovassi faccia a faccia con un cinghiale ? Non avevo assolutamente preso in considerazione questa possibilità… Cinghiali ?! Macchè… E invece…
Mi fermo e aspetto una decina di minuti che albeggi, almeno ho la possibilità di avere una visuale più ampia davanti a me. Appena il cielo si tinge dei primi colori, risalgo sulla bici e affronto quello che si rivelerà uno dei più bei percorsi da me fatti in MTB!
A mano a mano che avanzo lungo il sentiero la paura scompare, lasciando il posto a stupore nel vedere così tanti panorami di rara bellezza.
Single track impegnativi nella boscaglia più fitta si susseguono a ripide discese su terreni rocciosi dove si riesce a mala pena a rimanere in sella! Tratti su rocce rosse come la lava e tracciolini appena evidenti invasi da arbusti spinosi. Il tutto con panorami mozzafiato con il mare da entrambi i lati!
E, soprattutto, senza incontrare anima viva....
Alcuni tratti di sentiero sono impercorribili se non con la bici in spalla, ma cosa volete che sia “spallare” per 30 minuti davanti a cotanta bellezza ?!
Un continuo e sfiancante su e giù lungo le creste dei monti mi conduce in una zona più contadina dove affronto discese veloci tra campi arati e mandrie di bestie al pascolo.
Poi di nuovo su, in una valletta umida, stretta ed angusta, dove offro il mio corpo come pasto ai terribili tafani…
Il paesaggio muta in continuazione: canneti, boschi aperti, boschi impenetrabili, terreni rocciosi: il tutto accompagnato dai raggi del sole che ormai scottano la pelle.
Una discesa ripida mi porta su una sterrata bella da pedalare ma alquanto noiosa rispetto a quanto affrontato in precedenza. In compenso macino chilometri velocemente. Al traguardo prefissato (da quanto saputo, il sentiero da qui in avanti diventa quasi impercorribile in MTB) decido di girare la bicicletta e affrontare l’ultima discesa sull'ennesimo sentiero sconosciuto: è tutto il giorno che mi perdo e ritrovo poi magicamente la strada.  Anche con la cartina in mano non è facile girare qui.
Il sentiero entra in un bosco scuro, selvaggio, alberato come non pochi. “Ecco”, penso, “mi perderò e mi spinerò di nuovo…”
Invece, dopo sole poche centinaia di metri capisco che questa sarà la ciliegina sulla torta! I miei neuroni, anche se ormai annebbiati dalla fatica, non possono non capire che questo tracciato è frequentato. Curve, controcurve, salti rocciosi si alternano in uno splendido tracciato tutto pedalabile per oltre 5 km, consentendomi di concludere (almeno sullo sterrato) uno splendido giro per nulla banale.
Ora mi tocca solo ritornare alla base con migliaia di fantastiche immagini nella mente, lungo una “vuota” strada asfaltata…       

Dati tecnici:

Lunghezza percorso effettuato (sterrato): km 40 circa
Lunghezza percorso effettuato (asfaltato): km 32 circa
Lunghezza percorso totale: km 72 circa

Dislivello positivo (sterrato): 1700m circa
Dislivello positivo (asfalto): 450m circa
Dislivello totale: 2150m circa

Percorribilità sterrato:
- da Cavo al Buraccio: 60% - 70%
- dal Buraccio a Procchio: 90%



















































Una piccola perla dimenticata



Supero un ultimo salto roccioso e di colpo mi trovo sul prato di vetta, completamente avvolto dalle nebbie. Mando un urlo al mio compagno e, pensando ad alta voce, non posso far altro che confermare le mie aspettative.
Da molto tempo avevo adocchiato questa linea e da molto tempo pensavo che sarebbe stata una bella scalata lungo una linea logica. Tutto confermato!
Salita alpinistica, da trovare ma sempre logica… roccia buona a tratti ottima… ambiente isolato… cosa volere di più ?
Quasi geloso di questa “perla dimenticata” non voglio diffondere il nome a nessuno.
Poi ripensandoci mi convinco: le belle salite devono essere condivise.
Con chi capisce questo tipo di alpinismo, logicamente!

Tanto lungo la parete, salita quasi ottant’anni fa e dimenticata negli ultimi trenta, non si formeranno mai le code…
Torrione di Baione - via Basilli-Longoni







Curiosità


In montagna sono sempre stato curioso. La curiosità mi spinge a vagare in lungo e in largo per vedere posti nuovi dove scalare ma soprattutto respirare un po’ di solitudine.
Più volte avevo adocchiato la parete e la nuova linea che correva su di essa ma mai era scattato in me quel meccanismo che ti blocca il cervello e ti dice “domani si va la”.
Fino ad un giorno di questa calda estate, quando il fidato compagno di avventure tira fuori dal cilindro la parete in questione: non è mai stato sulla vetta della montagna e, da buon valligiano, non può esistere il fatto di non aver salito una vetta dietro casa!
La giornata è rovente, e ce ne accorgeremo più avanti: in due ore di cammino raggiungiamo la parete, salendo la valle ora selvaggia lungo tracce di scempi lasciati dall’uomo nei tempi.
Ci accompagna solo il belare delle capre lontane.





La nuova linea è evidente, logica, facile da trovare, contrariamente a quanto qualcun altro pensa…
La roccia inaspettatamente stupenda! E chi avrebbe mai pensato di trovare roccia così bella e così compatta su questa parete ? Tiro dopo tiro ci godiamo la salita, mai veramente impegnativa, solo il caldo si sta facendo soffocante anche se siamo a nord. In vetta il panorama è superbo.












La discesa non è banale e richiede un minimo di attenzione per superare esposti tratti in arrampicata e cercare la linea giusta. Ma è sempre il caldo il vero problema…





Ad un tratto allungo il passo e quando arrivo dove abbiamo lasciato gli zaini, dopo un’eterna discesa che solo le nostre montagne possono offrire, vado in cerca di acqua.
Poi aspetto il compagno che scende lentamente causa completa disidratatazione.
Mi sdraio su un prato e osservo due capre che mi fissano da un’altura, sedute davanti ad una galleria scavata dall’uomo.



Ma sono curioso… e le raggiungo, rimanendo un’altra volta stupefatto dall’intelligenza animale: dalla galleria parzialmente sotterrata esce un forte getto di aria fresca a 10 gradi, forse meno! Chiamale stupide le capre!

Quando il compagno mi raggiunge, due capre ed un caprone sostano beati davanti alla galleria e lo osservano dall’alto….