A volte si parte per andare a fare una salita con l’idea certa che sarà una salita semplice e neanche molto bella…
Una salita da fare in scioltezza come “scarico” arrampicatorio in una giornata qualunque.
Spesso, però, dopo aver salito qualche tiro ci si ricrede e anche quella che sulla carta sembrava una salitella da evitare risulta invece essere una bella salita, magari anche su roccia ottima e ambiente da urlo !
Con difficoltà, peraltro, non banali.
Negli anni mi è capitato spesse volte di banalizzare una salita.
Memore di questo, oggi, mentre salgo spedito in auto i tornanti del Furkapass, metto sull’attenti i miei compagni di scalata che, vedendo i gradi riportati sulla relazione, mi chiedono se devono per forza portare le scarpe d’arrampicata…
Arrivare all’attacco non è proprio una passeggiatina e dopo aver perso un buon quarto d’ora a cercare la linea di salita, riusciamo finalmente a trovarne l’attacco.
Siamo invasi da nuvole basse che non permettono una bella visione dell’intero pilastro e mantengono la temperatura della roccia bella fresca.
Si parte.
Sul terzo tiro per arrivare in sosta sono costretto ad indossare “muta e pinne”; per fortuna si tratta solo di pochi metri.
Finalmente il cielo si apre e ci consente di vedere il pilastro che ora si impenna, riservandoci altre quattro splendide lunghezze, una più bella dell’altra, su roccia da favola e difficoltà continue!
Prima un bella placconata aderenzosa per nulla banale, poi una fessura verticale sottogradata dove le braccia chiedono aiuto; infine un diedro tecnicissimo ed una uscita su fessure e lame verticali ed esposte.
Bellissima sta via! Quella che sulla carta sembrava una salita da niente si è rivelata invece una bellissima salita; unico neo, se proprio vogliamo trovarne uno, è la lunghezza: qualche tiretto in più non ci avrebbe fatto schifo.
Ma va bene così…
Ci siamo divertiti un sacco e questo è quello che conta!
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