Benvenuti nel mio Blog!
Un diario personale dove cercherò di non farvi trovare solo gradi e prestazioni sterili ma emozioni legate alle salite, paure condivise con amici, strette di mano, abbracci, racconti semplici e quant'altro ci consenta di sognare...

Un salto nel passato



Non ce la faccio a star fermo…
Ho voglia di andare, devo scaricarmi, buttar fuori tutte le cose cattive accumulate durante la settimana.
E poi ho voglia di allenarmi, almeno un poco.
Tre giorni ininterrotti di pioggia hanno portato sui monti metri e metri di neve che è li, immobile, ad aspettare il primo sbaglio di qualcuno.
Il tempo è risicato, il meteo schifoso, gli amici mollano…
Quindi… solo, pista, vicino, di notte.
Almeno rubo il tempo al sonno e non alla famiglia!
Alle 5 sono già con gli “assi” sotto i piedi e la frontale in testa; risalgo la strada e il ripido pendio sulle tracce di una motoslitta con movimenti automatizzati. Il tempo tiene, ad un tratto da un profondo nero fa capolino anche uno spicchio di luna a tenermi compagnia.
Bello… bellissimo!!



Tutt’intorno silenzio… solo il rumore degli sci che scorrono sulla neve umida.
Più salgo più la neve aumenta, a dismisura. Si alza un poco di vento ed inizia a nevicare.
Esco dalla traccia.
La neve pesante lascia il posto a quella più asciutta, gli sci sprofondano fino al ginocchio. Fatico.


Dopo una decina di minuti che sembrano un’eternità raggiungo la meta e, nel giro di pochi secondi, vengo catapultato indietro di trent’anni…
Nel buio pesto della notte un uomo ed una donna stanno spazzando la neve depositata il giorno prima davanti al bar, in attesa dei clienti che tra qualche ora invaderanno tutto (e fin qui tutto ok…) mentre due casse stereo appese al muro esterno del locale urlano al vento, a volume altissimo, canzoni da discoteca anni ’80!! E che canzoni!! Alcune tra le mie preferite che ascoltavo con il walkman (eh si… altro che Ipod!) mentre mi avvicinavo ai “miei” monti e alle vie da scalare…
Ancora stordito per la sveglia antelucana e con il cuore ancora in gola per lo sforzo appena finito mi ritrovo sudato a cambiarmi in piena discoteca, canticchiando motivetti sconosciuti agli under 30. Un flashback.
Di colpo mi sento come Anton Ego mentre assaggia la ratatouille del topolino Rémy e mi scappa un sorriso…
Il freddo umido e l’orologio mi riportano alla realtà; qualche minuto più tardi sono immerso nel silenzio e nel buio più completo del bosco mentre con la frontale illumino i dieci metri quadri intorno a me e tento di girare gli sci in un metro di neve bagnata.

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