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Un diario personale dove cercherò di non farvi trovare solo gradi e prestazioni sterili ma emozioni legate alle salite, paure condivise con amici, strette di mano, abbracci, racconti semplici e quant'altro ci consenta di sognare...

“Stamattina abbiamo scalato, oggi pomeriggio abbiamo fatto una via…”



Sono disperso in una boscaglia ripida ormai da mezz’ora e, come un cane da caccia, scannerizzo con gli occhi ogni metro quadrato alla ricerca di una minima traccia di passaggio umano.
Per fortuna che la discesa doveva essere segnata!
Mi affaccio oltre un albero e sotto… il vuoto; di qui non si passa! Avviso l’amico e insieme ritorniamo sui nostri passi per qualche metro, cercando altrove.
Giro, salgo, scendo e finalmente trovo una rampa rotta che permette di scendere ancora un po’. Oltre niente, un salto di rocce marce sbarra la strada.
Sono un poco stanco: la via di oggi, praticamente la prima della stagione (500m, 12 tiri, 6b obbl…), aveva alcuni passaggi sopra le mie attuali possibilità che mi hanno distrutto gli avambracci. Non ho mollato ma dovrò allenarmi di più…
Una veloce corda doppia ci permette di superare il salto e ci porta sopra un ripido zoccolo di roccia rotta. Ora scendiamo su terreno più aperto e facile, cercando sempre la strada giusta; il mio infallibile fiuto mi viene in aiuto e dopo un’ora e mezzo di “ravanata” raggiungiamo la base della parete.
Guardo il mio socio e gli stringo la mano: “Grazie, bella giornata! Non male la discesa, eh ?”
Lui, con una piccola smorfia, sentenzia: “Stamattina abbiamo scalato, oggi pomeriggio abbiamo fatto una via…” 

E come dargli torto ?!









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