Benvenuti nel mio Blog!
Un diario personale dove cercherò di non farvi trovare solo gradi e prestazioni sterili ma emozioni legate alle salite, paure condivise con amici, strette di mano, abbracci, racconti semplici e quant'altro ci consenta di sognare...

Diversità di pensiero...



Febbraio 2011
Dopo un po’ di fermo alpinistico riesco ad organizzare un’uscita con gli amici Luca e Cristian.
La meta prescelta è la parete ovest del Grignone per la via Magic Line, una via aperta dal Benigno qualche anno fa che sale in un’ampio canalone roccioso.
Quando le condizioni sono buone, la roccia si copre di neve e ghiaccio che permettono una salita veloce e sicura.
Mai come quest’anno, da notizie del web, sembra che le condizioni siano ottime.
Purtroppo in questi ultimi anni i forum alpinistici (e i loro scrittori) pubblicizzano ad oltranza salite che “sembra” siano rimaste nell’oblio per anni, quasi sconosciute (questo per i non addetti ai lavori…) facendole così diventare delle corse contro il tempo per una marea di simil-alpinisti che seguono la massa e non sanno muoversi con la propria testa e con le incognite che ci regala questa nostra passione…
Altre volte salite percorse trent'anni prima vengono pubblicizzate come nuove salite... tiri di misto impossibili da gradare (cambiano condizioni di giorno in giorno...) valutati M5, M7 ?!
Una volta era "misto" e le difficoltà variavano di volta in volta, come è giusto.
Un vero peccato perché spesso la bellezza dell’alpinismo è anche cogliere il momento giusto della salita, coglierlo grazie alle nostre capacità di valutazione, alle nostre conoscenze e non grazie alla pubblicità; e poi godere appieno di questo momento che non sarà mai più uguale e non potrà mai essere etichettato con una semplice cifra...Troppo spesso, invece, si vuole essere protagonisti; se uno non è al centro dell'attenzione non è nessuno...

Questo sabato anche noi ci siamo lasciati tentare dal web… o meglio, abbiamo scelto la nostra metà con la nostra testa indipendentemente da quanto pubblicizzato dal web e siamo finiti su una via pubblicata anche sul web!
Ci ritroviamo in sette, oltre a noi anche gli amici Francesca, Ettore, Giovanni e Nicola.
Sembra l’uscita di un corso di alpinismo… la compagnia però è ottima.
All’attacco perdiamo Giovanni e Nicola; una disattenzione mette KO Giovanni che, con i ramponi ai piedi, scivola e si procura una bella distorsione al ginocchio (o forse più); decidono così di tornare a casa.
Le condizioni della parete sono cambiate rispetto alla settimana scorsa e alcuni tiri, che prima erano su ghiaccio, ora sono quasi completamente su roccia. Nessun problema… rovineremo un pò le punte dei nostri ramponi !!

Un facile canale di neve porta ad un tratto di roccia facile ma rotta da attraversare verso destra; proseguiamo lungo un pendio di neve dura, superiamo altri 20m di roccia e, per un pendio nevoso, raggiungiamo la goulotte, uno dei tiri chiave della salita.




I primi dieci metri sono su misto facile ma delicato in quanto la roccia è coperta da uno strato di ghiaccio spesso solo pochi millimetri… Poi, una volta raggiunta la colata, un breve salto verticale porta al canale superiore.




Un’altro tiro di neve ci porta sotto le placche finali: roccia… di ghiaccio neanche l’ombra!
Un bel tiro su roccia ed erba gelata conduce su un grande pendio nevoso.



Lo risaliamo e ci troviamo sotto la cornice sommitale. Oggi è impossibile uscire dove la cornice è già rotta, placche rocciose impegnative sbarrano l’uscita.
La cornice sommitale strapiomba sopra le nostre teste e non ci consente una linea semplice di uscita.



Qualcuno fa riferimento alla Patagonia e, con in testa il ricordo dei Ragni in artificiale sul Torre, decido di affrontarla direttamente.
La neve, riportata sottovento, non è compattata; impossibile salire in piolet. Esperienza e decisione mi portano ad infiggere la piccozza perpendicolare nella neve verticale ed a staffare sulla stessa. Lottando nella neve, con la piccozza che si piega sempre più sotto il mio peso, prima che fuoriesca riesco a staffare sull’altra piccozza e, aiutato da un fittone, ad uscire finalmente dalla meringa.



Bloccate le corde, con l’aiuto di due persone di passaggio recupero gli altri amici; uno dopo l’altro dalla cornice sbucano quattro pupazzi di neve e ci ritroviano a congratularci per la bella emozione vissuta insieme. 



P.S.: qualche forumista avrebbe etichettato il superamento della cornice sommitale come "WI 5 - X - A2 su piccozze, etc. etc" pubblicizzando la prima uscita integrale diretta della via...
Io voglio solo ricordarla come un passaggio che mi ha impegnato una bella decina di minuti in uno stupendo scenario montano!
Visioni differenti...

Un grande passo...

Sabato sera, ore 21.00, Rifugio Muzio, Valle dell’Orco.
Sono in riunione da 6 ore dopo aver scalato tutta la mattina e l’attenzione comincia a calare.
La stanchezza inizia a impadronirsi di me.
Chiamo casa. La voce della mia bimba mi sveglia e fa da sottofondo mentre parlo con Tony; mi vuole parlare, chiama “Papà… papà!”
Che bello… che soddisfazione sentirla quando sono lontano da casa!
Poi… la notizia!
Oggi, dopo solo 25 mesi ha mollato il pannolino ed ha iniziato a fare la pipì e la popò nel vasino!
Sono contento e condivido questa emozione con gli amici.
Il giorno dopo, a casa, tutta contenta mi chiama, prende il suo vasino, lo porta in sala, si spoglia e, sorridendo, si siede a fare pipì. E’ soddisfatta del passo che ha fatto e me lo vuole dimostrare…
Un grande passo…

Sensazioni e ricordi


X Ice Park Ceresole Reale - Settore sx


X Ice Park Ceresole Reale - Settore dx

Per problemi vari, era da un po’ di tempo che non impugnavo più una piccozza in modo serio.
Ovvero, per salire del ghiaccio verticale.
Il momento è arrivato in occasione della riunione della Scuola Centrale di Alpinismo a Ceresole Reale.
Il ritrovo, fissato per il pomeriggio di un bellissimo e freddissimo sabato, mi ha permesso di utilizzare la mattinata per “togliere la ruggine” dagli attrezzi.
Mentre le guide di Mountain Passion attrezzavano le linee di salita per il meeting del giorno successivo, con Massimo, Andrea, Riccardo e Daniele ci siamo sparati i tiri Ciclope, Colosso, Icarus, Mistica e anche la bella candela di Cerebro.
La ruggine è subito tolta, anzi, sembra non si sia mai depositata, mentre la resistenza manca… eccome se manca!


La candela della finale 3° X Ice Meeting


La candela di Cerebro
Le prime sensazioni mi riportano indietro di circa 15 anni, quando, ancora ragazzino, rincorrevo e poi mi buttavo incosciente su quei colonnati rigorosamente dal basso (non esistevano falesie tipo questa), da primo di cordata e con degli attrezzi che ora fanno sorridere… A tratti, quelle colonne staccate che un tempo non mi facevano dormire la notte, ora mi fanno impressione ma cerco di affrontarle con più disinvoltura.
Come passa in fretta il tempo… il materiale cambia, noi cambiamo, ma i ricordi e le sensazioni forti restano sempre quelle di un tempo!