Benvenuti nel mio Blog!
Un diario personale dove cercherò di non farvi trovare solo gradi e prestazioni sterili ma emozioni legate alle salite, paure condivise con amici, strette di mano, abbracci, racconti semplici e quant'altro ci consenta di sognare...

Condivisione


“Se la saliamo, per festeggiare andiamo a mangiare il pesce; se non la saliamo, per consolarci andiamo a mangiarlo lo stesso!”
Risata…
Questo il nostro motto all’attacco della via !!
Che bello scalare così… Così deve essere…
Perché solo così si riesce a smorzare quel tantino di ansia che a volte ci accompagna prima di una salita, tenendo comunque alto il morale.
E così si riescono a “portare a casa” le belle salite!
La salita… Che dire… Al di la delle solite cose che si dicono (roccia stupenda, tiri logici, ambiente da favola), la cosa più bella è la condivisione con un amico di tutto quello che in quelle lunghe ore ci è successo, ci ha coinvolto.
Ansie prima di affrontare un tiro duro…, paura di volare con lo spit lontano sotto i piedi…, felicità nell’aver superato brillantemente un passo chiave…., gioia di essere arrivati in sosta. Reciprocamente!
La via più bella è quella che un amico vive emozionalmente insieme a te…























Cielito Lindo


Rinvio lo spit ed inizio una traversata esposta. Dopo due metri mi blocco; le mani pinzano due appigli sfuggenti mentre i piedi sono spalmati su placca verticale. Non mi ritrovo con la gradazione e non vedo nulla nel raggio di 6-7 metri se non placche verticali ma…. la via passa per forza di qui.
Tentenno un poco poi parto deciso; mano sinistra in un buco buono, incrocio di destro a prendere una goccia, i piedi sempre su poco sembrano sfuggire.
Arrivo ad un buon buco per la mano, che sembra ideale per un friend; non lavora ottimamente ma di meglio non c’è; dentro! Riparto deciso, ritornare non posso. Ora i buchi si fanno più netti ma la difficoltà non molla; intravedo il prossimo spit a circa 4 metri da me e non posso far altro che maledire l’apritore. “Doveva metterlo ancora un po’ più lontano !!!”
Ma devo rimanere concentrato, altrimenti un bel volo di 15 metri non me lo leva nessuno… Su questa roccia… vuol dire uscire “a sangue”!!!
Guardo il cielo, un profondo blu mi avvolge… Che spettacolo!
Mi vengono in mente le parole di una canzone sentita stamattina e canticchiando smorzo la tensione.
“¡Ay! ¡ay! ¡ay! ¡ay!, ¡canta y no llores!
Porque cantando se alegran,
cielito lindo, los corazones”


Raggiungo lo spit e lo rinvio; ora sono più tranquillo. Un altro ostico muro finale e …sosta! Sono disidratato! mentre recupero l’amico posso godere appieno la bellezza della via.
Un tiro fantastico, che mi ha messo alla prova ma il bello è anche questo.























La mia afa


Dopo mezz’ora di estenuante lotta con il caldo Roby arriva in sosta al primo tiro.
“Io non ce la faccio più” sono le sue prime parole.
"Questo non è arrampicare, è lotta per la sopravvivenza..."
Rido ma sono d'accordo con lui.
E come dargli torto ?
Io nel bosco, fermo, al riparo da un albero, ho caldo a dorso nudo…


Lo raggiungo con due litri in meno di acqua in corpo e subito riparto.
La roccia è superlativa: placche, diedri e strapiombi pieni di gocce, fatti apposta per scalare.
I tiri si susseguono belli e mai banali ma il caldo… quello è il vero problema!
Ogni tiro è una sofferenza…




Una facile placca di roccia fantastica ci porta al tiro chiave, un bellissimo diedro grigio verticale.


Sarà che amo i diedri… Sarà la bella roccia… Sarà quel che sarà… Sta di fatto che lo affronto deciso, trovandolo meno impegnativo di altri tiri precedenti, anche se con chiodatura lunghetta e poco integrabile. Un lungo traverso facile ma esposto su gocce stupende mi porta in sosta. Qui la parete finalmente è in ombra; si suda ugualmente ma almeno il sole non cuoce più.





Recupero Roby che conferma la difficoltà del tiro; poi un’ultima placca stupenda ci permette di raggiungere la cresta di cima. Anche stavolta è fatta ! Una stretta di mano è giù, direzione mare a rilassarsi aspettando di mangiare il pesce!