Dopo mezz’ora di estenuante lotta con il caldo Roby arriva in sosta al primo tiro.
“Io non ce la faccio più” sono le sue prime parole.
"Questo non è arrampicare, è lotta per la sopravvivenza..."
"Questo non è arrampicare, è lotta per la sopravvivenza..."
Rido ma sono d'accordo con lui.
E come dargli torto ?
Io nel bosco, fermo, al riparo da un albero, ho caldo a dorso nudo…
La roccia è superlativa: placche, diedri e strapiombi pieni di gocce, fatti apposta per scalare.
Ogni tiro è una sofferenza…
Una facile placca di roccia fantastica ci porta al tiro chiave, un bellissimo diedro grigio verticale.
Sarà che amo i diedri… Sarà la bella roccia… Sarà quel che sarà… Sta di fatto che lo affronto deciso, trovandolo meno impegnativo di altri tiri precedenti, anche se con chiodatura lunghetta e poco integrabile. Un lungo traverso facile ma esposto su gocce stupende mi porta in sosta. Qui la parete finalmente è in ombra; si suda ugualmente ma almeno il sole non cuoce più.
Recupero Roby che conferma la difficoltà del tiro; poi un’ultima placca stupenda ci permette di raggiungere la cresta di cima. Anche stavolta è fatta ! Una stretta di mano è giù, direzione mare a rilassarsi aspettando di mangiare il pesce!
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