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Un diario personale dove cercherò di non farvi trovare solo gradi e prestazioni sterili ma emozioni legate alle salite, paure condivise con amici, strette di mano, abbracci, racconti semplici e quant'altro ci consenta di sognare...

Solitudine



E’ sempre più difficile essere soli in montagna.
Il benessere, i soldi, la voglia di “tirarsi fuori” e, non ultimo, l’ingente massa di climber che si cimenta in ambiente alpino. Tutto concorre a far si che il sabato e la domenica l’alpe sia piena.
O meglio… i soliti posti, le solite quattro vie e con il tempo splendido, logicamente.
Se si esce dalle mete classiche o si decide di camminare quella mezz’oretta in più tutto cambia. Inaspettatamente la montagna si svuota, la gente sparisce, sembra di essere tornati indietro di trent’anni !
Il bello è che sulle vie vicine a volte c’è coda e la gente si accalca in sosta in attesa del proprio turno, come su una giostra…
E’ vero, a volte desideriamo salire solo “quella via” e quello stesso giorno lo desiderano in molti; ma è proprio qui che dovrebbe entrare in funzione il cervello umano e decidere di cambiare meta, lasciando la prefissata per un’altra volta.
Non solo per gli esponenziali pericoli che derivano da troppa gente sulla stessa parete ma anche per poter vivere la scalata in pura sintonia con la natura…
Per indole mi sento più selvatico. Quando riesco (logicamente non mi è sempre possibile) arrampico solo con un compagno e scelgo mete poco conosciute, luoghi isolati o poco frequentati che tengono lontane le masse; a volte basta un niente, ci si può sentire soli a poca distanza dalla ressa ! Senza andare chissà dove.


L’esempio è di settimana scorsa.
Presolana, sud.
Masse di scalatori su Bramani, spigolo Longo, Spigolando, Gianmauri.
Le solite stesse vie…
Preferisco ripetere una via già salita altre due volte, ma solo. A ben vedere oggi siamo già in troppi; quattro amici sulla stessa via, ma chi ci segue, pur avendo tre gradi in più di noi, è alle prime esperienze, quindi è meglio stare insieme.
Oggi non mi sento in gran forma fisica; ho parecchio sonno arretrato da recuperare e si sente addosso ma la salita scorre bene.
Destinazione est, Presolana Orientale, via Hard Rock.
La via si concentra in soli due tiri belli, il quarto e il quinto, sulla spaziale roccia presolanica, ma anche gli altri di contorno e l’uscita in vetta non sono male e lasciano un buon sapore alpinistico.
Le prime persone che rivediamo dopo qualche ora di solitudine le incontriamo… sotto lo spigolo sud.









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