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Un diario personale dove cercherò di non farvi trovare solo gradi e prestazioni sterili ma emozioni legate alle salite, paure condivise con amici, strette di mano, abbracci, racconti semplici e quant'altro ci consenta di sognare...

Aracnofobia


Alzo il piede destro su una piccola tacca polverosa, le mani tirano due ciuffi d’erba… La terra mi copre la faccia ed entra ovunque. Poi mi sento tirare il braccio destro da un elastico… mi volto e vedo una grossa ragnatela che di diparte dal mio braccio e finisce su un ramo con al centro un ragno enorme, grosso più di una moneta da due euro!!
Ahhh… che schifo !! Non sopporto questi animali.
Me ne libero velocemente ma dopo tre metri me ne trovo in faccia un’altra.
Ci manca poco che non molli la presa e prenda il volo...
Poi, dopo tre tiri non banali, le ragnatele e la terra negli occhi finiscono, l’erba invece è sempre presente.





La salita ora è più arrampicabile ma sempre verticale, la scalata tecnica lungo diedri e muri più compatti, con qualche passo faticoso come l’aggettante strapiombo finale.





Un prato verticale inframezzato da appigli friabili ci conduce sulla bellissima cresta di vetta dove veramente si respira aria dolomitica.


Si è completamente invasi da mughi e trovare le poche tracce di discesa all’inizio non è semplice, soprattutto se come noi, sbagliando, si cavalcano interamente le esposte guglie di vetta…
Poi, sfidando serpenti e ragni giganti, navigando in mezzo ai mughi ad oltre trenta gradi, raggiungiamo il sentiero di discesa, non prima di essermi preso un bello spavento incappando in una ragnatela di due metri quadrati con al centro un’altro aracnide di dimensioni inconsuete…
Qui la natura fa da padrone…. 


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