Svolto velocemente verso destra e di colpo davanti a me la strada finisce…
Mi fermo e scendo dalla bicicletta.
In una frazione di secondo il mio cervello, ancora annebbiato dal sonno e
dal freddo mattutino, si pone alcune domande: Cosa succede ? Dove vado ?
In un’altra frazione di secondo i miei occhi si voltano di 150 gradi e,
nel chiarore dell’alba, notano un buco nero che sembra senza fine entrare nella
montagna.
Eccola la soluzione!!
Il cervello, capito l’inganno, ora torna a ragionare. Mi scappa un
sorriso…
“Ma dai… incredibile!! ” mi dico
Le rotaie, che stavo seguendo senza alzare lo sguardo da qualche chilometro, di colpo si sono
interrotte e la logica prosecuzione delle stesse è nel cuore della montagna,
con un’angolo talmente acuto da non essere subito scorto.
Accendo la lampada frontale ed entro nel lungo cunicolo nero, stretto e umido.
Una fievole luce mi appare dal fondo e mi da conforto. Per terra, in mezzo ai
binari, grandi pozze d’acqua e sassi mi appaiono di colpo man mano che mi
muovo.
L’umido mi assale e non vedo l’ora di uscire.
Pedalo e pedalo, la galleria sembra non finire più. Mi assopisco.
Ad un tratto, guardando verso il fondo, mi appare un piccolo treno
sbuffante. Sbuffa e mi si avvicina sferragliando. Il rumore è quasi
insopportabile. Non so cosa fare…
Non ho spazio… la galleria è stretta… non posso girare la bicicletta…
sono in trappola!!
Il treno fischia a più non posso.
Continuo a pedalare inesorabilmente verso di lui, senza soluzione, quando
di colpo mi appare una piccola rientranza nella roccia, dove mi butto a capofitto poco
prima che il treno mi investa.
Il cuore mi batte all’impazzata, sono frastornato, non riesco a parlare.
Vedo scorrere il treno davanti a me, con il suo locomotore sbuffante e i
suo vagoni pieni di sassi.
Al comando scorgo un macchinista senza età, nero come la pece, distrutto dalla fatica, che senza
curarsi minimamente della mia presenza porta il treno fuori dalla galleria. Poi,
inaspettatamente, un’intensa luce e un forte vento mi investono.
“E’ la fine”, penso.
Si, è la fine…della galleria!
Il sogno è svanito e davanti a me continua un bellissimo sentiero scavato
a mano nella roccia che percorre ogni singola valletta che incontra offrendomi,
in questo fresco autunno, scorci di rara bellezza che pensavo perduti.
(da un giro solitario in Val Codera: Verceia - Tracciolino - Codera - Bresciadega - Rif. Brasca e ritorno)
Bello e veloce il ritorno ......in bike
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