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Un diario personale dove cercherò di non farvi trovare solo gradi e prestazioni sterili ma emozioni legate alle salite, paure condivise con amici, strette di mano, abbracci, racconti semplici e quant'altro ci consenta di sognare...

Under Pressure


Dopo un periodo di fermo arrampicatorio di un mesetto (ebbene si… gli anni passano e gli acciacchi arrivano!) un caldo sabato di fine primavera optiamo per una via lunga e ben protetta, in ombra, che ci dia la possibilità di riprendere divertendoci e, allo stesso tempo, di fare un po’ di fiato sulla lunghezza.
La Svizzera è vicina e il suo buon granito ci richiama…
Dopo la solita “pelata” per cappuccio e brioche (quasi impossibile in Brianza trovare un bar aperto alle cinque di mattina !), gli stordenti tornanti dei passi svizzeri ancora innevati ci conducono alla nostra meta.
Sappiamo che non saremo soli; quelle costosissime ma utilissime pubblicazioni elvetiche non danno scampo, soprattutto se l’avvicinamento è limitato.


Così attacchiamo dietro una cordata di simpatici ragazzi di Zurigo, pressati da una guida alpina con clienti che dice di non aver fretta ma, ad ogni tiro, insiste chiedendoci: “Zwei schusse kombiniert ?” (Perché non avete unito due tiri ?)
La pressione si fa subito forte dopo il primo tiro e così, uniamo il secondo e il terzo, ma il risultato non è rilassante…


Va bene correre ma quando lo decidiamo noi…
Ormai però il dado è tratto e, con ritmo elevato, superiamo tiro dopo tiro la parete che ci riserva una stupenda arrampicata lungo placche, diedri e fessure di roccia spaziale.




Un tiro in particolare ci lascia a bocca aperta, superando per quaranta metri una fessura diagonale indimenticabile! 


Bellissima anche una placca d'aderenza, dove riesco a dare il meglio di me superandola con quasi elegante maestria.



Verso la fine riusciamo a concederci una scalata di marcia, ormai il pressante teutonico è dietro qualche tiro e se ne sta buono buono; pensava di passarci brillantemente… ma non è stato così.



Veloci doppie ci depositano alla base dove riusciamo a concederci pure una simil sciata su un residuo valanghivo prima di raggiungere la nostra auto.
Vale la pena salire la via solo per i quattro consecutivi tiri mediani, uno più bello dell’altro!


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