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Un diario personale dove cercherò di non farvi trovare solo gradi e prestazioni sterili ma emozioni legate alle salite, paure condivise con amici, strette di mano, abbracci, racconti semplici e quant'altro ci consenta di sognare...

I morti


Luglio 1999
Siamo ben allenati e in circa due ore e un quarto raggiungiamo il rif. Gianetti; sono le nove e un bel sole splende nel cielo. Tutt’intorno neanche una nuvola. Il meteo prevede una giornata super. Poco dopo ci raggiungono due ragazzi stranieri. Mentre beviamo un sorso d’acqua, il rifugista esce, scruta il cielo e infine davanti a tutti esclama: “anche oggi il Badile vuole i suoi morti”. Noi allibiti ci guardiamo e ci… tocchiamo! Continua dicendo che, nonostante ci sia il sole, la giornata non sarà bella; invita pertanto noi e i ragazzi stranieri a fermarci al rifugio dicendo che la giornata successiva sarebbe stata migliore; che tecnica! Un grande venditore…
Noi non lo ascoltiamo nemmeno e, veloci, ci dirigiamo verso la nostra meta, la parete ovest della Punta Angela.
La salita si svolge in centro parete lungo fessure e diedri verticali di ottima roccia, ben proteggibili, interrotti solamente al secondo tiro da una stupenda placconata verticale. In questa lunghezza, i primi salitori, con gli scarponi ai piedi, dovettero fare grande uso di chiodi a pressione, piantandone circa 26 in un tiro di 40m. Con le scarpette d’arrampicata ora è veramente una goduria!
Tiro dopo tiro raggiungiamo la cuspide finale per poi scendere lungo la stessa parete in corde doppie su una via sportiva. Verso le sedici siamo nuovamente alla base. Ora il tempo si è guastato veramente e un forte temporale si abbatte su di noi; scendendo veloci sulla morena, poco prima del rifugio, sento un botto terribile, seguito da un rantolo… Sono davanti e girandomi vedo Giò completamente disteso a terra su un masso di due metri per due. All’inizio sembra morto, non si muove e non parla. Rimane disteso per circa un minuto, con l’acqua che lo inzuppa, poi si alza e, con gli occhiali messi di traverso, esclama: “ahia, che botta!”
La scena è da immortalare… scoppia una risata !
Poco sotto il rifugio, il tempo si rimette al bello; anche oggi il Badile non ha voluto i suoi morti!

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