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Un diario personale dove cercherò di non farvi trovare solo gradi e prestazioni sterili ma emozioni legate alle salite, paure condivise con amici, strette di mano, abbracci, racconti semplici e quant'altro ci consenta di sognare...

Bufera sulla Lafaille


Ottobre 1994
Alle 7.30 siamo già imbracati e completamente coperti da capo a piedi per il "grande freddo" davanti alla partenza della funivia per il Rif. Torino. Gli occhi iniziano ad aprirsi adesso dopo la sveglia mattutina…
Dopo la solita tiritera per avere lo sconto sul biglietto di andata e ritorno (io sono istruttore regionale e ne beneficio; Mimmo no ma si inventa tutti i trucchi possibili ed immaginabili per ottenerlo…) in poco meno di mezzora veniamo “sparati” ai 3400 metri della Punta Helbronner dove ci aspetta una temperaturina di 17° sotto zero… Meno male che oggi c’è il sole.
Calziamo subito gli sci e via lungo la Valleè Blanche con uno zaino che ad ogni curva ci fa volare in terra!
Sono da poco passate le dieci e mezza quando ci troviamo all’attacco della goulotte Lafaille, la nostra meta odierna.
Con disappunto noto che è ben diversa dalle fotografie pubblicate da Giancarlo Grassi sulla Rivista della Montagna; altro che “Goulotte piena di ghiaccio”, c’è forse più ghiaccio nel nostro frigorifero!
Attacco il nastro ghiacciato che per circa 30 metri si presenta con pendenze costanti a 75°-80° con una larghezza di circa 40cm ed uno spessore di non più di 10cm ! Non posso nemmeno chiodare.


Dopo dieci metri riesco a metter un buon friend in una fessura e poi via diretto verso la sosta a sinistra, almeno quella chiodata. Recupero Mimmo e riparto subito per il tiro dopo che si rivela anche questo più impegnativo del previsto; il poco ghiaccio presente lascia scoperti enormi pezzi di roccia sul fondo della goulotte che non consentono una scalata veloce e sicura ma richiedono tecnica ed esperienza. Per fortuna entrambe su ghiaccio non mi mancano!


Un altro tiro con un passaggio non banale ed uno successivo ci portano nel canale nevoso superiore che percorriamo ancora per circa 100m prima di accorgerci di essere completamente immersi nella nebbia.
Già, la foga non ci ha fatto accorgere che sta arrivando una bufera…
Giù di corsa in doppia ma la bufera ci prende all’ultima calata.


Nella bufera più fitta raggiungiamo gli sci e un posto riparato dove montiamo la nostra tenda; impresa questa non semplice con vento e neve che si infilano da tutte le parti. Una volta montata, però, si rivela una reggia e, semiassiderati, troviamo posto al suo interno sostenendo i teli con la schiena per evitare che gli stessi cedano alla forza del vento.
La notte la bufera si placa e la mattina ci svegliamo sotto un sole caldo che illumina tutto. La fatica di ieri, però, si fa sentire e così decidiamo di risalire con calma all’Helbronner e scendere a Courmayeur nel primo pomeriggio, godendoci appieno la salita del giorno prima!  

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