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Un diario personale dove cercherò di non farvi trovare solo gradi e prestazioni sterili ma emozioni legate alle salite, paure condivise con amici, strette di mano, abbracci, racconti semplici e quant'altro ci consenta di sognare...

Toccata e fuga sullo Scais

Agosto 1992
Venerdi pomeriggio di una calda giornata d’agosto, sto tornando da Aosta per il classico “quarantotto”, ovvero una licenza di 48 ore, che mi è stata rilasciata dal capitano della caserma.
Come sempre penso alla montagna: dove posso andare in questi due giorni ? Di stare a casa non se ne parla nemmeno…
Alla sera sento gli amici Norberto, Achille, Roby e Giò e insieme decidiamo di partire sabato in giornata per salire la Cresta Corti allo Scais.
La relazione in mio possesso parla di una lunga cresta di roccia con difficoltà che vanno mano a mano crescendo.
Il mattino ci troviamo a Bergamo e raggiungiamo in macchina Fiumenero; la salita avverrebbe dal rifugio Mambretti in Valtellina ma noi, per complicare le cose, lo vogliamo raggiungere dal lato bergamasco. Dopo una lunga camminata, raggiungiamo dapprima il rif. Brunone e poi il Passo della Scaletta; da qui scendiamo il versante valtellinese e raggiunta una piccola pozza di acqua, nella calura di agosto, non possiamo far altro che immergerci! Che sollievo!! A dire il vero sembriamo cinque eremiti che in mutande si immergono in una pozza piena di girini!!

In tardo pomeriggio raggiungiamo il rifugio e, prima di coricarci, ci prepariamo una lauta cena.
Il mattino si parte presto; per me è una corsa contro il tempo perché entro la mezzanotte devo rientrare in caserma ad Aosta. Siamo in due cordate: io e Achille e Norberto, Robi e Giò.
Io e Achille siamo in testa; Norberto mi lascia le chiavi della sua macchina, non si sa mai, potrebbero servirmi.
Arriviamo all’attacco e ci prepariamo; tutti mettiamo il casco meno Norberto che l’ha dimenticato a casa. “A me, al me serve mia ol casco…”, sentenzia.
Neanche a farlo apposta, dopo un tiro cade una pietra dall’alto e becca in testa proprio Norberto!
Il taglio è profondo, esce anche parecchio sangue ma Norberto non si scoraggia; gli fasciamo un poco la testa e continuiamo a salire.


Dopo molti tiri facili raggiungiamo alcuni risalti impegnativi e qui veniamo sorpresi dalla nebbia.
Superiamo di slancio i torrioni e dopo qualche su e giù raggiungiamo di colpo la vetta. Non si vede a due metri. Aspettiamo gli altri per un bel po’ di tempo ma ci accorgiamo che sono molto indietro; io devo fare i conti con l’orologio così dopo un colloquio a distanza io e Achille decidiamo di scendere a Fiumenero.
Di corsa raggiungiamo il paese e, verso le 17.00, posso avviarmi verso casa con la macchina di Norbi. Rientrerò in nottata ad Aosta.

Ma la salita non finisce qui…
Norberto, Robi e Giò raggiungono Achille a Fiumenero solamente in serata; la testa di Norberto duole ancora a causa del colpo del mattino ma lo stomaco dei quattro duole di più per l’appetito!
Pertanto, prima di fermarsi in ospedale, una piccola capatina a Gromo da Valentino (papà di Robi), che provvede a rimettere in sesto il loro stomaco. E non solo, anche la testa!!
E’ mezzanotte passata quando Norberto, abbastanza brillo, si presenta al Pronto Soccorso di Alzano per essere medicato!! I medici non potranno fare altro che mettere qualche punto… Che scorza!!!

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