Benvenuti nel mio Blog!
Un diario personale dove cercherò di non farvi trovare solo gradi e prestazioni sterili ma emozioni legate alle salite, paure condivise con amici, strette di mano, abbracci, racconti semplici e quant'altro ci consenta di sognare...

Primo incontro con il Monte Bianco

Gennaio 1989
Siamo ormai rinchiusi nel rifugio da quasi due giorni e la bufera non sembra intenzionata a smettere…
Per fortuna che il meteo dava bel tempo!
Decidiamo allora di partire alla prima schiarita, destinazione Tour Ronde; se non riusciremo a salire la parete nord saliremo lungo la via normale.
Finalmente una schiarita; smette anche di nevicare.
Ci mettiamo addosso tutto quello che abbiamo e via, si parte.
Si fa per dire; usciamo dalla porta di servizio che immette sul ghiacciaio nelle vicinanze del Colle del Gigante e subito ci troviamo a navigare in una coltre nevosa che ci arriva alla vita con un vento che supera gli 80 km/h!
Ma quanta neve ha messo ?
Con immensa fatica, e non poco pericolo, saliamo in direzione di Punta Helbronner e da qui ci dirigiamo verso il Colle del Flambeaux; altro che Tour Ronde, se oggi riusciamo a raggiungere il colle è veramente una conquista.
Ci servono quasi due ore per arrivarci, due ore per superare un tratto che in genere richiede venti minuti!!
Poco prima del colle notiamo una fila di pali di legno a ciascuno dei quali è legata una catena, una catena che finisce nella neve profonda; tiriamo la catena e, con estrema sorpresa, ci appare un cane huski; ma cosa ci fanno degli huski in pieno inverno, a 3300m in mezzo ad una bufera ?!
Al ritorno, esterrefatti, veniamo a sapere che in zona c’è una scuola di sleedog e che i cani sono abituati a queste temperature!
Arrivati al colle siamo esausti; davanti a noi letteralmente un mare di neve, tutto è bianco!


Non facciamo a tempo a dare un’occhiata in giro che la bufera ci assale nuovamente, questa volta però ci siamo dentro. Poco alla volta, battendo traccia tutti insieme e sfondando a volte oltre la cintola, con il vento che ci costringe a camminare piegati a metà, ci portiamo verso il colle del Gigante dove veniamo letteralmente spazzati!! Non riusciamo a reggerci in piedi, il vento ci sposta; ci saranno raffiche che superano i cento all’ora! Nessuno parla ma penso che tutti siamo convinti che se ci fermassimo moriremmo!
Il pensiero va a quel lontano giorno di luglio del 1961 durante il quale sei uomini lottarono disperati per oltre sei giorni in piena bufera a oltre 4000 metri di quota….
Un ultimo duro sforzo ci porta al rifugio dove, letteralmente congelati, ci battiamo a vicenda per una bella mezz’ora prima di riattivare il sangue in tutto il corpo. Il rifugista ci dice che siamo pazzi.
È stata una bella lezione, una lezione che ci ricorderemo senz’altro per parecchio tempo.

Nessun commento:

Posta un commento