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Un diario personale dove cercherò di non farvi trovare solo gradi e prestazioni sterili ma emozioni legate alle salite, paure condivise con amici, strette di mano, abbracci, racconti semplici e quant'altro ci consenta di sognare...

Una giornata... da Guida


Agosto 1993.
Venerdì sera di agosto, uno qualunque, passato al CAI di Ponte S. Pietro. Si parla del più e del meno quando, ad un certo punto, sbuca Luis. Ha l’aria vispa e, dall’alto dei suoi 45 anni, potrebbe essere mio padre. Dopo qualche parola si siede accanto a me, intento a leggere, e dice: “Mi piacerebbe salire la parete nord della Tour Ronde, mi porteresti?!”
Prendo subito la palla al balzo e, senza troppi problemi, ci organizziamo per partire il giorno successivo. Oltre a noi si sono uniti Antonio e mio padre, che ci accompagneranno fin sotto la parete per poi salire lungo la via normale.
La serata al rifugio passa tranquilla; non c’è molta gente, a parte qualche pazzo spagnolo che dorme nel locale invernale insieme a decine di chili di materiale. “Chissà dove andranno… al Capucin, alla Brenva o al Pilier d’Angle ?..”
Non ci importa tanto, speriamo solo che non vengano sulla nostra via, è sempre meglio non avere tanta gente sopra quando si salgono vie di ghiaccio.
Ci apprestiamo a pagare il rifugio prima di coricarci quando capita un fatto inaspettato; mentre sto togliendo i soldi dal portafoglio, Luis mi guarda e dice: “Tu oggi non paghi niente… sei la mia Guida e pago tutto io!” Resto stupito, non me lo aspettavo… Inutile insistere, non riesco a smuoverlo! Ringrazio e, preoccupato, penso alla salita di domani: “speriamo almeno di riuscire a salire la parete!!”
All’alba ci svegliamo, colazione veloce e subito in marcia verso la nostra meta; la giornata è limpida, fa freddo e il sole sta nascendo dietro le Grandes Jorasses.
Arriviamo veloci all’attacco, preceduti solo da una cordata e, dopo esserci legati, attacco deciso la terminale che difende la parete; è abbastanza chiusa e non crea problemi. Con arrampicata veloce su neve dura, tiro dopo tiro raggiungiamo la strettoia a metà parete; qui la neve cede posto al ghiaccio e, con un tiro più ripido tra le roccie, raggiungo il pendio ghiacciato superiore dove faccio sosta.
Luis sale bene e mi raggiunge entusiasta. Ancora qualche filata di corda e raggiungiamo la cresta rocciosa finale dove veniamo avvolti dal calore del sole. Qualche passaggio di roccia ci conduce sulla vetta dove ad aspettarci troviamo Antonio e mio padre che si complimentano con noi.
Bella salita, ottimo compagno. Scatto di vetta e giù veloci fino al rif. Torino e a Courmayeur, dove brindiamo con una bella birretta e un panino alla mia prima salita da “guida”.

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