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Un diario personale dove cercherò di non farvi trovare solo gradi e prestazioni sterili ma emozioni legate alle salite, paure condivise con amici, strette di mano, abbracci, racconti semplici e quant'altro ci consenta di sognare...

Perchè cerco sempre le rogne ?


Settembre 1996
Il bivacco è pieno come una scatola di sardine, manca solo l’olio! Stanotte ne io ne Achille siamo riusciti a chiudere occhio per più di trenta minuti di fila.
“Ma quanta gente, non faranno tutti la nostra stessa via !?”

Meno male che il Monte Bianco è grande e, all’alba, le cordate si dividono lungo i sogni tanto attesi. Noi partiamo dal bivacco che è ancora buio perché vogliamo evitare di perdere la funivia. La prima parte della cresta è evidentissima, anche al buio completo come stiamo facendo noi non si può sbagliare. Quando albeggia stiamo già risalendo la cresta che porta alla sciabola nevosa.


Ambiente stupendo, giornata super e… che vista sul bacino della Brenva!! Lascia con il fiato sospeso!! Superiamo agevolmente la cresta affilatissima e raggiungiamo il Torrione dell’Androsance.



Qui, nella foga della salita, commettiamo un grave errore di valutazione. Anziché aggirare il torrione a sinistra su roccia e ghiaccio facile, attacchiamo direttamente le placche verticali/strapiombanti del suo versante sud.
Ad un certo punto la salita mi è preclusa da una placca improteggibile e, oltre, la strada sembra bloccata da grossi strapiombi. Inutilmente cerco di forzare l’uscita e, dopo venti metri di arrampicata molto dura con gli scarponi ai piedi, non trovando chiodi capisco che “forse” sono fuori via…
La certezza viene quando sopraggiunge una cordata e la vediamo aggirare facilmente il malefico torrione; che stupido!! Un’ora persa a tentare di salire sto torrione…
Chiodo, doppia e via di traversata a sinistra. Il passaggio valutato quarto grado lo saliamo praticamente in conserva molto agevolmente.
“Quel tiro… altro che quinto… sarà stato almeno sesto/sesto superiore!!”
Più facilmente, in ambiente stupendo, raggiungiamo le fessure/diedri finali che, dopo una parte nevosa, ci conducono sulla cresta sommatale. Che spettacolo!!
Sotto di noi tutta la parete sud del Mont Maudit…
Un abbraccio, due fotografie e giù veloci lungo il pendio fino al Mont Blanc du Tacul e il rif, Cosmique. Il ritorno lungo la Vallee Blanche, sotto il sole cocente di mezzogiorno, sembra non finire più e ci fa sembrare due naufraghi che vanno alla deriva…
Finalmente raggiungiamo il Colle Flambeaux, la salita è finita, ora ci aspetta solo la funivia non prima di aver rivolto un’ultimo sguardo alla lunga cavalcata della giornata.

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