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Un diario personale dove cercherò di non farvi trovare solo gradi e prestazioni sterili ma emozioni legate alle salite, paure condivise con amici, strette di mano, abbracci, racconti semplici e quant'altro ci consenta di sognare...

..."ma questo è vero alpinismo!"

Luglio 1995
Sveglia alle 04.30; colazione veloce e con tutto il materiale partiamo per raggiungere l’intaglio; sarà la scalata di ieri… sarà l’immenso peso della tenda portata sulle spalle… sta di fatto che oggi, sia io che Angelo, ci sentiamo un poco “irrigiditi”. Il freddo del mattino accentua ancor di più questa sensazione.
Raggiunto l’intaglia, comincia ad albeggiare; una discesa, una doppia e una traversata dietro un freezer di qualche tonnellata ci conducono all’attacco. L’idea di calarsi e salire anche i primi tre tiri è subito dimenticata: una cascata d’acqua scende tranquilla lungo le placche dove salirebbe la nostra via.
Peccato…
Attacchiamo alle prime luci; i tiri si susseguono veloci, in un mare di placche di roccia fantastica. La giornata è splendida. Bella e ben chiodata questa nuova via ci sta regalando belle emozioni; è stupendo arrampicare immersi in questo oceano verticale...
Dove le difficoltà calano, arrampichiamo talmente veloci che facciamo fatica a trovare le poche protezioni esistenti.
Alle 13 circa raggiungiamo lo spigolo nord; oggi non saliremo in vetta, dobbiamo scendere per portare a valle tutta la nostra “casa itinerante”, che ci aspetta insieme ad un amico.
Il tempo di preparare la prima doppia e il tempo si guasta.
“Ma non c’era il sole fino adesso ?” esclamo, mentre un lampo squarcia il cielo.
In men che non si dica ci troviamo nel mezzo un temporale estivo da far rabbrividire anche le persone chiuse nel rifugio… ettolitri di acqua e quintali di grandine ci si scagliano addosso e l’aria comincia a friggere. Anche se siamo pieni di materiale ferroso decidiamo che non possiamo fermarci. Doppia dopo doppia, fradicio fino all’osso e freddo come un ghiacciolo, raggiungo una sosta dove il vento mi sbatte da una parte all’altra. Poco dopo arriva anche Angelo ed esclama quello che sarà il motto della giornata e che ci accompagnerà per altre salite: “ma…. questo è vero alpinismo!!!”
Nonostante tutto mi scappa una risata….
Raggiungiamo il rifugio che ormai imbrunisce; senza fermarci arriviamo alla macchina dove finalmente possiamo toglierci tutto.
In discesa lungo la strada della Bondasca, Angelo è talmente cotto che, per ben due volte, con l'auto rischiamo di raggiungere il letto del fiume…
Alle 23.00 due soggetti puzzolenti all’inverosimile provenienti da un altro pianeta, in compagnia di un amico che, per l’occasione, fa volontariato, varcano l’uscio di una pizzeria di Chiavenna…
Sono convinto che ancora oggi la cameriera si ricorda di noi !

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