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Un diario personale dove cercherò di non farvi trovare solo gradi e prestazioni sterili ma emozioni legate alle salite, paure condivise con amici, strette di mano, abbracci, racconti semplici e quant'altro ci consenta di sognare...

Monte Bianco: magia di ghiaccio


Triangle du Tacul

Aprile 1994
Sono nuovamente sul Monte Bianco! Avevo promesso a mia madre che dopo la salita della goulotte Gabarrou-Albinoni al Tacul per quest’anno mi sarei fermato.
E invece eccomi ancora qui, questa volta più motivato che mai, ad attendere insieme a centinaia di sciatori, la funivia per l’Aiguille du Midi, stupenda guglia granitica che domina la vallata di Chamonix.
Siamo in tre, Enrico, Marco ed io; non ci conosciamo da molto ma il nostro programma è comune: oggi saliremo la goulotte Cherè al Triangle du Tacul, domani la goulotte Modica – Noury al Mont Blanc du Tacul.
Dopo un inverno intenso passato ad allenarci sulle cascate finalmente è giunto il momento che aspettavamo.
La funivia si ferma: una galleria scavata nella roccia ed un’esile cresta ci portano sul ghiacciaio. Il tempo è splendido, solo la temperatura sembra un poco troppo alta per il mese di aprile.
La goulotte Cherè si delinea davanti a noi, bella, lineare e con molto ghiaccio. Poche decine di minuti e già stiamo attrezzando la salita: con cinque splendide e mai impegnative lunghezze di corda raggiungiamo il termine delle difficoltà sulle roccette sommitali del Triangle du Tacul.


Goulotte Cherè - 3° tiro


Goulotte Cherè - parte alta
Il ritorno al rifugio ci consente un’ottima abbronzatura.
La serata si consuma tranquilla nel calore del bellissimo e “costosissimo” rifugio; qualche parola scambiata con gli altri alpinisti, fotografie, cena e… tutti a nanna!
La giornata di domenica inizia presto; ore 2.30 sveglia, ore 3.30 partenza. Una faticosa discesa con gli sci su neve ventata a lume di frontale e una piccola risalita con le pelli ci portano all’attacco del canale; grazie alle roccette sulla sinistra superiamo la crepaccia terminale, molto aperta e strapiombante.
Saliamo slegati il canale per circa 250m con pendenze intorno ai 50° e in breve raggiungiamo l’inizio della goulotte vera e propria.


Canale d'accesso



Modica - Noury - primi tiri

I primi tiri si susseguono facilmente su buon ghiaccio; il terzo tiro, il più impegnativo, ci riserva qualche problema di proteggibilità a causa della pessima qualità del ghiaccio, ormai cotto dal sole della primavera.

Modica - Noury - alla base del tiro chiave


Modica - Noury - tiro chiave
Ora la goulotte diventa meno ripida e un tiro di corda su neve ci porta sotto il salto finale: un muro verticale/strapiombante su ghiaccio pessimo, inchiodabile.



Modica - Noury - ultimo salto impegnativo
Superiamo anche questo ostacolo e soddisfatti raggiungiamo la fine del nostro viaggio; ora ci aspetta una lunga discesa in corda doppia.
Alla base del canale ci dividiamo: Enrico e Marco, provetti sciatori, faranno la discesa della Mer de Glace; io, con ai piedi un paio di Koflach, preferisco evitare di distruggermi le gambe e opto per la risalita alla Aig. du Midi.
La paura di perdere la funivia mi mette le ali ai piedi e in poco meno di un’ora supero quella che è diventata una interminabile distanza.
Un’ultimo sguardo alla vetta del Bianco e il ritorno alla quotidianità.

Epilogo: all’arrivo a Chamonix, l’antifurto dell'auto si mette a suonare e per circa 10 minuti non c’è verso di farlo smettere.
Alla fine, toccando di tutto, si spegne. La macchina però non vuole partire.
Alle 18.30, ormai quasi rassegnato a passare da solo una notte in macchina, arrivano i miei due compagni.
Enrico si mette le mani nei capelli: l’antifurto ha bloccato il motore e ora non c’è più verso di fare ripartire l’auto!
Dopo mezz’ora di meccanico improvvisato, Enrico trova nel motore la giusta spina che permette di azzerare la centralina e di ritornare a casa…

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