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Un diario personale dove cercherò di non farvi trovare solo gradi e prestazioni sterili ma emozioni legate alle salite, paure condivise con amici, strette di mano, abbracci, racconti semplici e quant'altro ci consenta di sognare...

Il magico Halverman



Settembre 1993, domenica mattina; sono sotto la parete est della Punta Allievi con Maurizio e due Istruttori Nazionali.
Oggi è il nostro giorno, o meglio, il giorno del nostro esame di roccia per diventare Istruttori di Alpinismo.
Siamo un poco agitati, come logico.
La via che ci è stata affidata non sembra difficile, dalla relazione; però sappiamo che è pochissimo ripetuta.
Dopo un rapido scambio di idee, attacco io il primo tiro.
Salgo lungo placche di roccia lisciata dal ghiacciaio, completamente improteggibili; dopo circa 50 metri arrivo a quella che dovrebbe essere una sosta, un unico spit con la piastrina tranciata da una caduta di sassi! Il panico mi assale!
A destra e a sinistra nessuna possibilità di protezione, solo placche compatte che richiederebbero l’utilizzo di spits.
Con falsa calma ridiscendo i metri saliti e ritorno alla base intatto, sotto lo sguardo attonito dei miei esaminatori.
“ Mi dispiace ma io di li non salgo più, è impossibile proteggersi” dico, pensando di essermi  giocato l’esame.
Subito vengo additato come un incapace; Maurizio non parla.
Un istruttore parte sulla direttiva da me seguita e, dopo neanche una decina di metri, sorpreso, scende. “Non c’è veramente niente” dice all’altro istruttore.
Prendo la palla al balzo e rivolto ai due istruttori dico: “Adesso, se mi lasciate, salgo dove dico io”.
Salgo qualche metro diritto e poi inizio una traversata diagonale verso destra, dove riesco a proteggermi con piccoli friends, fino a raggiungere, dopo circa 50 metri, un esiguo posto di fermata dove pianto due chiodi; dico a Maurizio di salire e quando mi raggiunge anche lui è contento della decisione presa. Parte a sua volta diritto e, con un’altra diagonale a sinistra raggiunge la via originale alla seconda sosta: è fatta!
Dopo questi due tiri siamo gasatissimi; i due istruttori e gli altri due allievi dietro di noi fanno fatica a seguirci.
Ad una sosta la cordata di istruttori ci dice di fermarci, dobbiamo aspettare anche la cordata che sta dietro; qui si complimentano con noi per la scelta fatta e ci lasciano intendere, con testuali parole, che “dopo quel tiro siete promossi”.
Nel primo pomeriggio raggiungiamo la Punta Allievi e, dopo una breve pausa, il rifugio Allievi.
L’esame è passato!

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