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Un diario personale dove cercherò di non farvi trovare solo gradi e prestazioni sterili ma emozioni legate alle salite, paure condivise con amici, strette di mano, abbracci, racconti semplici e quant'altro ci consenta di sognare...

L'uomo Del Monte


Presanella - luglio 1993
Luglio 1993
E’ un bel weekend di luglio. Con Fabrizio decidiamo di andare in Presanella a salire il famoso e temuto seracco.
Saremo in tre: o meglio, due scalatori più un’accompagnatrice, mia madre che essendo a casa sola decide di farci compagnia aspettandoci al rifugio.

Le condizioni sono perfette; in alto c’è ancora molta neve e il freddo tiene ancora.
Nel tardo pomeriggio, dopo un estenuante viaggio in tre più bagagli nella “caffettiera” di Fabrizio (così lui chiama affettuosamente la sua Innocenti Mini 90 color beige…) giungiamo al posteggio e, con un’ora di cammino, al rifugio. Dopo lauta cena chiediamo lumi al rifugista sulle condizioni della via ma non veniamo presi sul serio; d’altronde, dove andranno mai due baldanzosi giovani di 21 anni accompagnati da una donna di 50 anni ? A pascolare….
La mattina di buon ora siamo già sotto la parete; il seracco è enorme e sporge non poco. Fabrizio, che sente molto la pressione emotiva, mi confessa di voler salire da secondo; nessun problema, nello stato di grazia di quei tempi si saliva qualsiasi cosa!

Dopo circa 150m di parete raggiungiamo il seracco; attacco deciso e lo supero con tre splendidi tiri, di cui il primo ed il terzo verticali per oltre 30m su ghiaccio duro.


Ora ci aspetta un lungo pendio più facile dove si sfonda oltre le caviglie.


Alle nove del mattino siamo in vetta; siamo contenti.


Fabrizio ha una fame da lupi, apre il suo zaino sempre enorme e toglie…. una latta da 1 kg di pesche sciroppate !! Si avventa a piccozzate sulla latta e, dopo averla aperta con abilità, attacca tutto felice il contenuto… che scena! Io lo copio.
Altro che integratori, barrette e peso superfluo… faccio fatica a ricordarmi quante lattine di frutta sciroppata e pomodori pelati abbiamo distrutto in quegli anni !!!

P.S.: il rifugista, quando a mezzogiorno gli abbiamo ordinato tre paste asciutte, si è dovuto ricredere sui due “pascolatori”…

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