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Un diario personale dove cercherò di non farvi trovare solo gradi e prestazioni sterili ma emozioni legate alle salite, paure condivise con amici, strette di mano, abbracci, racconti semplici e quant'altro ci consenta di sognare...

Rally alpinistico "Fabio Gervasoni" 1988




Settembre 1988
L’estate era passata tranquilla, tra mare e montagna. Era una sera di fine agosto quando a casa suonò il telefono; dall’altra parte della cornetta c’era Ugo, un amico di famiglia con il quale avevamo condiviso parecchie salite in montagna. Quella sera illustrò a mio padre il programma di un Trofeo alpinistico in memoria di Fabio Gervasoni, giovane alpinista del CAI Sesto San Giovanni perito in montagna.
Senza neanche essere stato interpellato, mi trovai iscritto e, siccome per partecipare bisognava essere in coppia, mi trovarono un compagno della mia stessa età…
Cominciai così a fare qualche corsetta per integrare le lunghe uscite domenicali in montagna.
Feci conoscenza con il mio “compagno” il giorno della gara…
Ci trovammo un’ora prima della partenza e organizzammo la nostra giornata. Il regolamento prevedeva che si utilizzassero scarpe da trekking alte fino alla caviglia e che i partecipanti portassero uno zainetto a coppia con uno spezzone di corda, un paio di moschettoni e una zavorra di cinque chilogrammi!
Il percorso era “eterno”: dopo un giro del lago di Carona si saliva alla località Pagliari, si imboccava il sentiero per il Rif. Calvi che si seguiva fino a Prato del Lago; da qui si raggiungeva il Baitone CAI Sesto dove partiva il tratto a cronometro fino al Rif. F.lli Longo e lago del Diavolo.
Dal lago del Diavolo iniziava la prima prova facoltativa che saliva in vetta al Monte Aga e ritorno, per collegarsi al percorso obbligatorio; attraverso i Piloni, si raggiungevano poi le Baite dell’Armentarga, le Baite Poris e il Rif. Calvi, dove partiva la seconda prova facoltativa per il Passo di Reseda e il Passo Portula e ritorno al Rif. Calvi. Circa 27 km.
Ore 08.00: pronti, partenza, via!!
La foga dei nostri 16 anni ci portò a inseguire da subito i favoriti della gara, Mazzocchi e Pedretti, che non mollammo fino quasi ai Pagliari dove il fisico si rifiutò di proseguire a quella velocità…
Prendemmo il nostro ritmo più regolare, facendoci superare da molte coppie di corridori; fino al Baitone CAI Sesto andammo molto bene. Qui, iniziò la prova cronometrata e la mia crisi…
Non andavo più, ero come svuotato e più cercavo di correre più facevo fatica e non rendevo.
Arrivammo al Rif. Longo con parecchi minuti di ritardo sulla nostra tabella e fummo superati anche da parecchi avversari… Qui, però, una bella “bomba energetica” a base di marmellata di frutta, Enervit e acqua mi fece riprendere subito e alla grande. Decidemmo di evitare la prova facoltativa, che ci avrebbe dato si dei punti ma poi tolti per l’eventuale ritardo; affrontammo così tutto il sentiero che porta al Rif. Calvi con più vigore.
La malasorte è però sempre dietro l’angolo; e così, dopo aver toccato me, la crisi investì in pieno anche il mio compagno Lorenzo che però la subiva maggiormente…
Arrivammo al Rif. Calvi comunque bene e, dopo un altro spuntino veloce, ripartimmo alla volta della seconda prova facoltativa.
Ricordo che nella salita al Passo di Reseda e nella discesa dal Passo di Portula al Rifugio demmo tutto quello che ci rimaneva in corpo; l’ultima salita al Rifugio ci stroncò definitivamente le gambe e, tagliato il traguardo, ci mancò poco che cadessimo in terra!!
Fui accolto da mia madre che mi prese con un accappatoio e mi portò nel bagno del rifugio per riprendere un po’ energia…
Eravamo distrutti, ma al momento non felici; eravamo la prima coppia under 18 a presentarsi al traguardo con un tempo totale di ore 4 e 15 minuti ma non sapevamo se altri avessero completato il percorso anche con la prima prova facoltativa!
Restammo in trepida attesa per circa 15 minuti, quando arrivò la seconda coppia giovani e quando gli organizzatori ci fecero capire che avevamo vinto.
Era incredibile! Non stavamo più nella pelle…
Era per entrambi la prima esperienza; non avevamo alle spalle altre gare: corsa si, allenamento tanto ma non gare di questo tipo! E poi eravamo in circa 25-30 coppie della nostra età.
La gioia fu tanta che piangemmo…
Il podio era anche nostro; ricordo che ricevemmo una marea di premi, magliette T-shirt, piccozze, ramponi, corde e poi, il Trofeo Gervasoni, custodito dalla società di iscrizione e due targhe ricordo in argento con inciso il risultato.
O un ricordo forte di quella giornata; un ricordo di fatica reso felice dalla vittoria…

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