Benvenuti nel mio Blog!
Un diario personale dove cercherò di non farvi trovare solo gradi e prestazioni sterili ma emozioni legate alle salite, paure condivise con amici, strette di mano, abbracci, racconti semplici e quant'altro ci consenta di sognare...

Wolfgang Stephan


Luglio 1998
Chiediamo un binocolo al rifugista e cominciamo a guardare la parete, cercando di individuare la linea di salita e, soprattutto, l’attacco.
Il rifugista ci si avvicina: “dove andate ?” chiede
“Alla Ratti-Vitali” rispondiamo
“A che ora volete partire ?”
“Mah..” uno sguardo tra noi “pensavamo alle 4”
“O partite alle 2 o non vi lascio partire” sentenzia.
All’inizio ci rimaniamo male… poi, valutiamo che, se ce lo dice il rifugista, forse è meglio ascoltarlo.
Qualche ora di sonno, colazione e poi si parte.
Al buio saliamo la morena e il successivo nevaio che ci conduce al colatoio roccioso che sale al colle dell’Innominata. Superiamo il colatoio con passi non semplici e ancora al buio arriviamo al colle. Qui ci prende un po’ di ansia; dobbiamo calarci al buio in un canale ghiaioso che porta sul Freney. Alla base una lapide in ricordo di Andrea Oggioni: una prece.
Attraversiamo un labirinto di Minosse di crepacci; al ritorno non riusciremo più a capire dove siamo passati la mattina…
Alle prime luci attacchiamo; la salita scorre tranquilla, la giornata resta discreta con il sole che gioca a nascondino tra le nuvole. A metà salita veniamo raggiunti e superati da una cordata “treno”: la motrice è Jean Luc Amstutz, il rimorchio un anziano signore che scala di corsa.
Nei diedri finali l’arrampicata diventa più impegnativa ma sempre bella ed esposta.


Una lunga discesa in doppia ci riporta alla base e, dopo un’ora di ricerca troviamo il “bandolo della matassa” per uscire da quell’inferno di crepi.
La cordata treno raggiunge il rifugio alle 20.00, noi circa un’ora dopo; grazie al rifugista che ci ha dato quel buon consiglio…
La mattina dopo scendiamo in compagnia dell’anziano signore all’auto (la motrice Amstutz era scesa a notte fonda per un’altra salita con cliente la mattina); ci chiede di accompagnarlo a Courmayeur e volentieri lo accogliamo sulla macchina. Comincia a raccontarci le sue salite e ad un certo punto ci racconta della sua salita con Diemberger all’integrale di Peuterey: capiamo che si tratta di un grande personaggio. Alla fine lo conosciamo bene: è austriaco e si chiama Wolfgang Stephan ! Non potevamo avere compagno migliore.

2 commenti:

  1. scusa ma pierre alain steiner non è morto sul cho oyu nell'85 in spedizione con loretan?

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    1. Hai ragione Anonimo... mi sono sbagliato tra i vari soci di Piola. Era Jean Luc Amstutz.

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