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Un diario personale dove cercherò di non farvi trovare solo gradi e prestazioni sterili ma emozioni legate alle salite, paure condivise con amici, strette di mano, abbracci, racconti semplici e quant'altro ci consenta di sognare...

36 ore di freddo intenso


Febbraio 2003
E’ da un po’ di tempo che non vado sul Bianco in inverno; non è facile trovare compagni disposti a prendere freddo.
Con Gianca riusciamo a combinare per metà febbraio; non è mai stato nel “freezer” e vuole provare l’esperienza…
L’idea è quella di andare nella Combe Maudit: sabato Rebuffat alla Tour Ronde, domenica Filo d’Arianna al Maudit.
Una splendida giornata ci accoglie a Punta Helbronner con un freddo intenso; la neve è molta e, con le ciaspole ai piedi, affondiamo fino sopra la caviglia.

Tour Ronde - couloir e goulotte

Tour Ronde - couloir Rebuffat

Ci dirigiamo subito ai piedi della parete ovest della Tour Ronde e attacchiamo la Rebuffat; ad un semplice canale nevoso segue un tiro di roccia non banale che mi obbliga a scalare con i ramponi ai piedi. Un pò di ghiaccio in più non avrebbe fatto male. Seguono un paio di tiri in belle goulotte con poco ghiaccio che ci portano nel canale nevoso superiore. Ancora due tiri di misto e siamo in cresta. In doppia sulla via raggiungiamo l’attacco. Ci spostiamo in mezzo al ghiacciaio e montiamo la tenda; ora ci attende una bella notte al fresco. Cena veloce e a nanna; il termometro segna -17gradi in tenda! Il sacco a pelo fa il suo dovere e, dopo qualche ora di sonno, verso le tre di notte, ci svegliamo per prepararci per la nuova meta. Il freddo è intenso; prepariamo un po’ di te caldo; il tempo di uscire dal sacco e calzare gli scarponi siamo già surgelati. Non possiamo stare fermi, dobbiamo muoverci.
Sotto una luna splendente, raggiungiamo la parte alta della Combe Maudit, dove si trova la goulotte Filo di Arianna. L’ho già salita anni addietro e me la ricordo bella; quello che non mi ricordo è la crepaccia terminale. O meglio… dieci anni fa non esisteva! Ora a difendere il pendio iniziale c’è una crepaccia larga cinque metri, con il bordo superiore strapiombante. Rimaniamo di stucco! Inutilmente provo per circa un’ora a superare il buco, ma una volta superato mi è impossibile proseguire in quanto la parete superiore strapiombante è di neve inconsistente. Dopo una dura lotta desistiamo; e pensare che dieci anni fa, di qui si poteva quasi scendere con gli sci…

Il Cirque Maudit (inverno 1995)
La luce del sole che nasce ci mostra una situazione ben peggiore di tutta la zona, ben difesa da terminali insuperabili! A malincuore torniamo alla tenda, dove, dopo aver schiacciato un pisolino ristoratore, torniamo alla vita quotidiana.
Va beh, una su due siamo riusciti a salirle.
La prima impressione di Gianca: “mai preso così tanto freddo per così tanto tempo continuo!”

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