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Un diario personale dove cercherò di non farvi trovare solo gradi e prestazioni sterili ma emozioni legate alle salite, paure condivise con amici, strette di mano, abbracci, racconti semplici e quant'altro ci consenta di sognare...

Scarpe da ginnastica e ramponi



Il Salbitschen dalla Salbithutte

Settembre 2009
Dopo le vacanze estive con la famiglia, ritorna la voglia di scalare…
Con Gianca ci accordiamo per andare in Svizzera, Salbitschen. Io ritorno volentieri, per lui è la prima volta. La scelta cade sulla via dei Remy, Clock and Stock, una via dall’apparenza semplice ma completamente da proteggere.
Nel tardo pomeriggio raggiungiamo il bellissimo rifugio Salbit, gestito con passione dalla famiglia della forte guida alpina svizzera Hans Berger; vedere le fotografie appese alle pareti delle sue invernali incute grande reverenza nei suoi confronti, che svanisce quando si parla del “suo” Salbit.
La cena al Salbit è sempre un momento particolare; il cuoco Kami esce con il pentolone e dispensa cibo a tutti. Alla fine ognuno può fare il bis (e anche il tris..) Stasera: primo, risotto con i funghi, due piatti; secondo, wurstel con patate; dolce. Quasi meglio che a casa!
La sveglia è alle 5; il cielo blu terso preannuncia una giornata super. Quando il sole bacia la parete siamo già all’attacco; ci separano solamente 15-20 metri di nevaio ghiacciato. Conoscendo la zona e avendo visto l’abbassamento delle temperature della settimana, oggi mi sono premurato di portare un paio di ramponi; la scelta non poteva essere più azzeccata.
Raggiungo l’attacco e lancio i ramponi a Gianca; in un batter d’occhio siamo sulla roccia.
Una cordata ci segue; senza ramponi e piccozza impiega più di mezz’ora per raggiungere le rocce…
La salita inizia con il tiro chiave; una bella fessura verticale ben protetta; poi continua lungo un bellissimo diedro e rocce rotte fino alla prima cengia.

Clock and Stock - 2° tiro


Clock and Stock - 3° tiro
Qui la relazione indica di salire un grande diedro; c’è un poco di nebbia mattutina e non si distingue bene. Attraverso in diagonale verso destra e tutto ad un tratto la nebbia svanisce, lasciandomi a bocca aperta; sopra la mia testa si apre un enorme diedro perfetto e liscio, che sale per circa 200 m.

Clock and Stock - alla base del diedro

Che diedro ! Solo al Monte Bianco ho visto diedri così belli, grandi e compatti…
Lo superiamo con quattro stupendi tiri di corda.
  
Clock and Stock - nel diedro
Clock and Stock - 7° tiro
Clock and Stock - il diedro stupendo, 8° tiro

Clock and Stock - 8° tiro

Clock and Stock - uscita dal diedro

Altri due tiri più semplici conducono sotto la cuspide sommitale dove saliamo altri diedri perfetti su roccia fantastica.

Clock and Stock - 11° tiro
Clock and Stock - 12° tiro

Clock and Stock - 13° tiro
Dopo cinque ore siamo in vetta. Una sorpresa inaspettata ci coglie: la discesa, a nord, è completamente innevata e ghiacciata! Noi siamo in scarpe da ginnastica… Per la seconda volta inneggio per essermi portato un paio di ramponi nello zaino; con un rampone a testa e qualche peripezia superiamo le rocce e raggiungiamo la base del canalone baciata dal sole. Poco dopo festeggiamo la salita con una bella birra sulla terrazza del rifugio. Alle 22 siamo di nuovo a casa.

P.S.: non oso immaginare la discesa della cordata che ci seguiva… avranno fatto tardi, moolto tardi…

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