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Un diario personale dove cercherò di non farvi trovare solo gradi e prestazioni sterili ma emozioni legate alle salite, paure condivise con amici, strette di mano, abbracci, racconti semplici e quant'altro ci consenta di sognare...

La grande cordata


Punta Chiara dal biv. Manzi - settembre 2008

Giugno 2002
“Ciao Tony, andiamo al bivacco Manzi questo weekend ?”
“Va bene, vengo volentieri”
“Passo io domani mattina, ciao”
“Ciao Luca, vieni al Manzi sabato e domenica ? Siamo io e Tony”
Silenzio… poi “ok, ci sono!”
Io e Tony stiamo ricucendo la nostra storia affettiva e non c’è modo migliore per farlo.
Luca, un caro amico, è la persona ideale per le giornate in allegria.
Nel primo pomeriggio, sotto un sole cocente risaliamo il lungo sentiero della Val Torrone; sotto il Picco cominciamo a pestar neve, è inizio stagione e in alto ce n’è ancora molta.
Nel tardo pomeriggio raggiungiamo il bivacco e, stranamente, lo troviamo strapieno di gente! Dopo la cena frugale, decidiamo sul da farsi per il giorno dopo; l’idea iniziale di salire lo spigolo Osio-Canali salta per la troppa neve presente quindi decidiamo per lo spigolo Mauri-Fiorelli alla Punta Chiara, una via (a torto) poco frequentata.
La notte la trascorriamo in dodici in un bivacco da otto posti !! Dopo aver tolto dal bivacco tavolo e sedie, “dormiamo” in tre su due materassi…
Ore 5.30 sveglia, veloce colazione e poi si parte. In circa 40 minuti raggiungiamo l’attacco, in un camino sul versante ovest della montagna. Fa freddo, appena sopra lo zero. Ci leghiamo; io in testa, velocemente comincio a risalire il camino completamente fradicio fino a raggiungere lo spigolo. Ora l’arrampicata si fa più bella ed aerea; il sole ci coglie mentre risalgo il tiro chiave, una placca verticale di quinto grado con poche brutte protezioni.

Ma io sono gasatissimo per la nostra cordata, la “cordata”.
Più saliamo più l’arrampicata mi piace anche se discontinua.


Un’ultima fessura verticale/strapiombante ci conduce sulla vetta; il panorama è fantastico, un balcone sull’ampia Val Torrone, in mezzo ad enormi pilastri di granito!
Un abbraccio e qualche risata, dopodiché iniziamo subito la discesa, che non ci aspettavamo.
Una lunga ed esposta cresta nevosa ci porta ad un salto di roccia; scendiamo in arrampicata la parete fino ad una selletta nevosa. Ora fa caldo e sprofondiamo nella neve fino alla vita…  
Un pendio ripido e alquanto pericoloso per le attuali condizioni nevose ci riporta alla base, stanchi ma soprattutto fradici…

Qui ci rilassiamo un pò e mangiamo qualcosa, godendoci lo spettacolo della cresta appena salita, prima di iniziare il lungo ritorno che ci riporterà a San Martino e… ad un bel piatto di pizzoccheri !


P.S.: il sabato successivo ci vede risalire l’ampia Val Piantonetto e bivaccare sotto un grosso masso alla base del Becco di Valsoera; il bivacco all’aperto più bello della nostra vita !

Abbiamo mangiare per un reggimento e due bottiglie di “quello buono”…; secondo il motto “non si porta a casa niente”, mangiamo e beviamo tutto! Luca è un’aspirapolvere !

La notte è stupenda; cinquanta metri sotto di noi un mare di nuvole, sopra una stellata da paura! Peccato solo che il luogo scelto per il bivacco sia pieno di peli di stambecco e Luca sia allergico al pelo…


All’alba piove. Peccato! Andiamo ugualmente all’attacco ma sopra lo zoccolo desistiamo.
Sarà per la prossima.

Nelle nostre scorribande una sola canzone: "Finanziere"

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