Giugno 2004
E’ la seconda volta che ritorno al Gervasutti per salire questa via…
Lo scorso anno, con Gianca, il meteo aveva toppato alla grande e ci aveva colto in flagrante poco prima dell’attacco, alle 6 del mattino, con un bel temporale che ci aveva costretti al ritorno.
Oggi e domani il tempo “sembra” tenere; sono con Ivano e nel primo pomeriggio raggiungiamo il bivacco. Non siamo soli, oltre ai soliti topini c’è una cordata diretta a Gargantua, la più facile delle vie cosidette sportive. Dal libro del bivacco risulta essere la più ripetuta mentre la nostra meta è un paio d’anni che non vede salite.
Ci incuriosisce…
Ho proposto la salita ad Ivano dopo aver sentito un amico che l’aveva ripetuta anni prima e che me ne aveva parlato molto bene; inoltre, la linea mi aveva già stupito qualche anno fa in occasione del mio primo giro al bivacco.
Impossibile non notarla per gli occhi di un buon alpinista…
Cena frugale e alle 20.00 siamo già a nanna; poco dopo la porta del bivacco si apre e entrano sei fiorentini diretti alla Rivero. Non andranno a nanna prima delle 23.00!
Cena frugale e alle 20.00 siamo già a nanna; poco dopo la porta del bivacco si apre e entrano sei fiorentini diretti alla Rivero. Non andranno a nanna prima delle 23.00!
Il mattino in circa un’oretta siamo all’attacco; fortunatamente, essendo inizio stagione, il ghiacciaio è ben coperto e ci permette di salire veloci. Saliamo i primi tiri su roccia rotta ancora al buio e con le mani ghiacciate; al terzo tiro arriva il sole e ci scaldiamo.
1° tiro |
Mi ritrovo sotto un diedro rosso di circa 100m, dal basso è spettacolare! Con tre tiri entusiasmanti su roccia stupenda e difficoltà elevate superiamo l’intero diedro e un’ultimo passo strapiombante in uscita ci porta su terreno più facile.
prima del diedro |
il diedro |
La relazione serve poco e anche la chiodatura non aiuta; dopo il diedro è praticamente inesistente. Seguiamo la logica e piano piano saliamo delle bellissime placche verticali ricche di fessure e lame che ci consentono di proteggergi adeguatamente. Le soste le facciamo dove ci capita. In alto la via si appoggia ed esce in vetta verso destra su terreno misto; noi seguiamo una bella variante a sinistra e con altri bellissimi tiri in diedri giungiamo sotto la vetta.
La discesa avviene veloce in doppia su una delle vie sportive vicine e a metà pomeriggio siamo già al bivacco, dove contenti e ben ustionati dal sole possiamo ammirare la nostra salita. Un the veloce è il nostro brindisi.
Veramente una bella parete ed una bellissima via, a torto poco ripetuta, dove il grande Bonatti ha firmato un altro dei suoi capolavori !
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