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Un diario personale dove cercherò di non farvi trovare solo gradi e prestazioni sterili ma emozioni legate alle salite, paure condivise con amici, strette di mano, abbracci, racconti semplici e quant'altro ci consenta di sognare...

Te verde



Siamo in parete; la roccia, nonostante la quota sia prossima ai 3000m, scotta! La giornata è spettacolare. Il sole ci sta cuocendo come due salamelle sulla griglia.
Ieri alle 16.00 a Pera di Fassa il termometro segnava 38 gradi !!
“Facevamo bene ad andare ad arrampicare a nord” dico a Roby che condivide con me questa avventura. Lui, tra l’altro, è messo ancora peggio di me a causa di un forte problema intestinale che lo costringe a fermarsi ogni due-tre tiri di corda.
Siamo ormai senza acqua da ore e quando raggiungiamo il camino terminale, riparati dal sole, ci sentiamo rinascere. Non vorremmo più uscire da lì. La lunga cresta finale ci porta in vetta; siamo completamente disidratati. Poi giù, veloci: obiettivo, recuperare il prima possibile qualcosa da bere!
Raggiungiamo di corsa il Rif. Re Alberto; entro e chiedo della Coca Cola. “E’ finita” mi dice il rifugista. Preso dagli incubi fantozziani, vedo delle bottigliette di te verde e ne compro quattro. Quando raggiungo Roby seduto fuori dal rifugio ne ho già finita una da mezzo litro. Le altre tre vengono da noi trangugiate in meno di un minuto… Ora va meglio, il cervello e i muscoli cominciano a riprendersi. Altri venti minuti e raggiungiamo il Rif. Vajolet, dove altre due belle birre medie se ne vanno nello stomaco. Si ritorna alla vita, con la pancia piena di liquidi che ad ogni movimento fa rumore… Quel buonissimo toccasana del te verde della San Benedetto me lo ricorderò per un po’ di tempo!

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