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Un diario personale dove cercherò di non farvi trovare solo gradi e prestazioni sterili ma emozioni legate alle salite, paure condivise con amici, strette di mano, abbracci, racconti semplici e quant'altro ci consenta di sognare...

Il mattino dopo


Settembre 2006
Un giovedì pomeriggio chiamo Gianca e gli propongo una via per il sabato. Non conosco nessuno che l’abbia salita ma il nome dell’apritore, la linea di salita e il luogo selvaggio mi sembrano già una garanzia.
Partiamo venerdì sera dopo il lavoro e raggiungiamo il posteggio solo verso le 19.30; le giornate sono ancora discretamente lunghe ma… non troppo.
L’idea è quella di salire la valle e portarsi il più possibile vicino alla parete, dove cercheremo un posto sotto gli enormi massi per bivaccare: sacco a pelo, fornello e cibo non ci mancano!
Dopo un’ora abbondante di cammino il buio ci sorprende e, insieme a lui, qualche lampo e fulmine!
Il meteo, anche oggi, ha toppato! Non davano temporali… Inizia a piovere…
Dobbiamo trovare il prima possibile un posto a tetto dove bivaccare, per evitare di bagnarci tutti.
Nel buio scorgiamo una baita di pastori; è aperta, entriamo e troviamo anche un giacilio.
Non bisogna far caso allo sporco, non quello lasciato dall’uomo ma quello degli animali; sul giacilio di legno è sdraiata una coperta intrisa di peli e odore di pecore e capre.
Ce lo faremo andare bene… per una notte! Cena e poi via nel sacco.
Fuori diluvia; sentiamo l’acqua battere insistentemente sulle lamiere del tetto; poi, d’un tratto più nulla! Avrà smesso…
L’orologio mi sveglia che sono le sei; sarei stato a letto ancora, se non fosse stato per gli acari, le pulci e le zecche (che poi troverò a casa) che mi fanno compagnia!
Il sole entra da una finestra; il tempo sembra stupendo.
Veloce colazione e poi via, apriamo la porta e usciamo per raggiungere la via.
Ma… sorpresa! Tutto bianco!!
Ecco perché ieri sera non sentivamo più il rumore dell’acqua che batteva sul tetto…
Le montagne dietro di noi sono imballate di neve; per fortuna la nostra linea resta un poco più in basso e la neve sembra meno presente.
Dopo qualche ora all’attacco ci godiamo un bel sole che ci scalda e asciuga ben bene le rocce.
Una via stupenda…
Un altro nome di via che non poteva essere meglio azzeccato…

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