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Un diario personale dove cercherò di non farvi trovare solo gradi e prestazioni sterili ma emozioni legate alle salite, paure condivise con amici, strette di mano, abbracci, racconti semplici e quant'altro ci consenta di sognare...

La gara inaspettata



Non mi ricordo esattamente come è nata ma, dopo averla portata a termine, posso dire che è stata veramente una bella idea!
Mi sveglio presto. La giornata è primaverile con tempo incerto, pioggia e sole.
Preparo la colazione e mentre mi gusto un buon caffè penso a cosa organizzare per metà giornata: in montagna zero neve e zero ghiaccio. Roccia non ho voglia. Quindi bici.
Ma dove ? “Li no, sono già stato…, la no, non ho voglia…”
“Trovato. Cainallo! Ecco, li non ci sono mai stato in bici e non mi dispiacerebbe un bel giro ad anello.”
Preparo lo zainetto, la mountain bike e con l’auto raggiungo Calolziocorte, almeno mi risparmio una trentina di km a/r e ho tempo di scaldarmi prima di salire a Ballabio.
Sono solo. Non ho fretta: nessun record da battere, nessuno compagno che mi debba aspettare, solo mezza giornata a mia completa disposizione.
In breve raggiungo l’inizio della salita e con ritmo regolare affronto le ripide rampe che mi portano a Ballabio. Il ritmo non è veloce con la mountain bike, le bici da corsa mi “passano” tranquillamente, anche se non tutte…
Quando raggiungo il Colle di Balisio inizia a piovigginare ma ormai “il dado è tratto”, non posso più tornare…
Lunghi e facili rettilinei in leggera discesa mi portano a Cortenova dove inizia lo scoglio; sono circa 18 km di salita, non molto dura ma nemmeno banale, con una pendenza media del 6% ma con molti tratti fino al 10%. Ma il vero scoglio è che…. la strada è chiusa! Un cartello stradale indica: “strada chiusa per corsa automobilistica da Cortenova a Passo Agueglio, rally”; “e chi lo sapeva ?! E adesso cosa faccio ?!” Provo ad andare avanti. Dopo circa un chilometro trovo una pattuglia di Vigili Urbani ai quali chiedo info e dai quali ottengo l’inaspettata risposta: “la strada è già chiusa per le auto ma se si sbriga ha ancora circa un’oretta prima che arrivino le auto”.
“Arriverà prima un’auto con la scritta 00, seguita dopo circa 5 minuti da un’altra con la scritta 0; da quel momento in poi non dovrà più trovarsi sul percorso, perché l’auto successiva sarà la prima che gareggia”.
Perfetto! Tutto chiaro…
L’unica cosa che non mi è chiara è: ce la farò in questo lasso di tempo ? Se non ce la faccio dovrò fermarmi fino a tardo pomeriggio, quando la gara finisce.
Parto deciso; la strada si fa subito ripida con rampe che si sentono. Non posso però mollare un attimo il ritmo perché il tempo scorre inesorabilmente.
Cacchio… anche per me si sta istaurando una gara contro il tempo! Quello che proprio non volevo…
A circa tre-quattro chilometri dall’arrivo sento un rombo arrivare alle mie spalle ma continuo fino a quando non intravedo la sagoma dell’auto arrivare. Scendo e mi sposto. Mi avvisano che tra cinque minuti arriva il secondo apripista. Sempre più pressato, e sotto una leggera ma continua pioggerellina, supero metro dopo metro questa salita divenuta interminabile; ora le gambe, dopo circa 50 km dalla partenza, non ce la fanno più a spingere forte.
Altri minuti di silenzio poi un nuovo rombo scuote la valle; altro monito del copilota. Ma ormai quasi ci sono.
Sull’ultimo km faccio fuoco e fiamme per togliermi di mezzo; sento il rombo del motore arrivare alle spalle e quando supero il “traguardo” non passano più di 30 secondi prima che arrivi la prima auto in gara…
Sono disintegrato! E’ stata una gara contro il tempo, dall’inizio; gli ultimi quattro km, addirittura, li ho percorsi troppo sopra le mie possibilità, sempre in fuori giri. Ma ce l’ho fatta!! Sono fradicio, non di sudore ma dalla pioggia che ininterrottamente mi bagna da più di un’ora.
Fa freddo, il termometro segna 5 gradi. Mi fermo poco, giusto il tempo per cambiare la maglia, indossare un kway, i guanti e il cappello; poi via.
Ora un lungo saliscendi mi porta in breve alla deviazione per il Cainallo; la tentazione di salire è forte ma oggi non ho più energia per altri quattro chilometri di salita…. Da qui inizia la lunga discesa; sono circa 16 km che attraverso Esino Lario conducono a Varenna. A Esino smette di piovere ma il sole non si vede. Ho le mani gelate, nonostante i guanti lunghi, e faccio fatica a frenare. Ma so che più scendo più la temperatura aumenta e quindi… giù, il prima possibile!
A Varenna esce un timido sole; ora posso fermarmi cinque minuti per cambiarmi e mangiare qualcosa. Sto bene anche se i km cominciano a farsi sentire: non sono un ciclista che si allena due-tre volte la settimana: l’ultima volta che ho cavalcato la bici saranno stati circa sei mesi fa…
Ma la voglia… quella si che è quella di un ciclista!
Riparto deciso; ora il ritmo è più tranquillo, la strada è regolare e pedalare è quasi semplice. Non corro, devo solo arrivare. Il contachilometri sta sempre tra i 22 e i 25 km/h. Supero Mandello, Abbadia, Lecco e - dopo circa 4 ore dalla partenza, 94 km percorsi e 1200m di dislivello positivo – raggiungo l’auto dopo Calolziocorte.
Sono felice, mai avrei pensato di concludere un così bel giro in bici attorno alle Grigne! Di sicuro uno dei più bei percorsi da me effettuati.

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